Non credo molto ai sondaggi sulle abitudini alimentari perchè, anche quando il campione è selezionato correttamente, come non dubito sia avvenuto nel recente rapporto Coldiretti/Censis, non è possibile verificare la fedeltà delle risposte nè gli “arrotondamenti” elaborati, in buona fede, dagli intervistati. Con questa premessa, è strano che gli italiani (quasi 4 su 10) si allarmino per una presunta impossibilità di “mangiar sano” quando altri dati dimostrano che mai nella nostra storia il cibo è stato così controllato dal punto di vista igienico e qualitativo!
Diciamo, invece, che dalla malnutrizione per difetto dei secoli scorsi siamo passati alla malnutrizione per eccesso, con i pericoli conseguenti (obesità, diabete, ecc.). La verità è che il nostro cibo, pagato l’inevitabile scotto alla globalizzazione e alla tecnologia necessaria per sfamare ogni giorno delle megalopoli da molti milioni di abitanti, è nutriente e igienicamente garantito. E’ crollato, però, il consumo energetico, surrogato da ogni sorta di marchingegni che hanno ridotto o quasi cancellato perfino l’obbligo di muoversi, ogni giorno, con le proprie gambe. Perciò, le “porzioni” di pasta o di pane dei bisnonni, non indigenti, sono diventate ipercaloriche e quindi a rischio per degli esperti di computer e di videogiochi. Questo è e sarà l’aspetto medico-sociale più difficile da riequilibrare! L’educazione alimentare, che ovviamente dovrebbe iniziare nelle scuole, sarà certamente utile e fornirà qualche difesa contro le continue manipolazioni dei media, a cui tutti siamo esposti, ma non basterà a riequilibrare la bilancia energetica delle calorie perdute con la sedentarietà, rispetto alle calorie di un’offerta alimentare allettante e smisurata. Il rapporto Coldiretti/Censis conferma anche i “progressi” nella ripartizione ottimale dei nutrienti: l’impegno dei nutrizionisti nel promuovere verdure e frutta non è stato vano, anche se l’euforia consumistica per carni e fonti proteiche animali resta eccessiva. La varietà delle scelte individuali è un pregio, sancito dalle Linee Guida nutrizionali di tutti i Paesi, e l’Italia ha la fortuna storica, ma oggi anche percepita e perseguita, di un rapporto ottimale tra cibo e territorio.

Eugenio Del Toma

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