Ho scritto spesso del pericolo di sviluppare una dipendenza dai dispositivi digitali, rinunciando a ore di sonno, lavoro e vita sociale. In Germania hanno perfino coniato una nuova parola, “Smombie”, che è la fusione di “smartphone” e “zombie” e descrive chi cammina con lo sguardo fisso sullo schermo del proprio telefono, totalmente inconsapevole del mondo intorno.
Come fare per non “smombizzarci”? La tecnologia stessa ci offre qualche antidoto.
1. Misuriamo il tempo speso online Il primo passo è capire se siamo a rischio, valutando in modo oggettivo il tempo che passiamo online: possiamo usare, anche solo per un po’, un sistema che misuri quanto e come usiamo computer e smartphone. Attenzione: tutte le app che misurano le nostre attività digitali ci chiedono di tracciare cosa facciamo, quindi per una volta leggiamo con attenzione i termini di servizio per capire quali dati cediamo e che uso ne verrà fatto e consideriamo se cancellarci una volta terminata la diagnosi.
2. Disconnettiamoci quando serve Le interruzioni continue impediscono di entrare nello stato di flusso in cui lavoriamo davvero bene: se abbiamo problemi a mantenere la concentrazione, possiamo obbligarci a stare offline. Io quando devo finire un lavoro metto lo smartphone in modalità aereo, per non ricevere chiamate e notifiche; ci sono anche sistemi che mandano offline “a tempo” i nostri dispositivi o ci impediscono di accedere a determinati siti.
3. Facciamo attività fisica Infine, ricordiamoci che abbiamo un corpo che deve muoversi: anche in questo caso, misurare ciò che facciamo e darci obiettivi da raggiungere è un ottimo incentivo per ricordarci di andare a camminare/correre/nuotare in piscina. Ci sono ormai una quantità di dispositivi indossabili — i più classici sono i braccialetti contapassi — che tracciano automaticamente vari tipi di attività fisica e spesso anche quanto e come dormiamo. Io da quando uso il Fitbit, uno dei tanti tracker, ho iniziato a camminare con regolarità e ormai faccio quasi tutti i giorni quei 10.000 passi che l’Oms indica come l’attività fisica ideale per mantenersi in salute.
App per tracciare quanto e come usiamo i device Ce ne sono tantissime; fra le più diffuse, per smartphone Android abbiamo Quality Time e App Usage, su iOS c’è Moment; RescueTime funziona sia su piattaforma Android che sui normali computer. Tutte consentono di avere un quadro chiaro di quanto usiamo il nostro dispositivo e per cosa, nonché di stabilire delle “soglie di allarme” per ricordarci di smettere.
bit.ly/QualityTimeApp
bit.ly/AppUsageTracker
www.rescuetime.com
Andare offline quando serve RescueTime fra le altre cose ci permette di impostare tempi di disconnessione forzati e di limitare l’accesso a social network e app “succhiatempo”. Molte altre opzioni si trovano facendo una ricerca con “digital detox” su GooglePlay, AppStore o le estensioni del browser che usiamo; una molto consigliata è (Offtime), disponibile sia per Android che per iOS.
https://offtime.co