Futuro presente

La seconda vita dei pneumatici che diventano… asfalto!

Poche cose ci piacciono come il passaggio da scarto a nuova risorsa. Dietro c’è il concetto di rinascita, quello simbolizzato dall’Araba Fenice che dopo la morte risorge dalle proprie ceneri. Può esserci sempre un futuro per le cose: anche per quelle che stanno in basso e a volte fuori dal nostro sguardo, come le gomme delle auto.
Che fine faranno una volta che hanno esaurito il loro ciclo vitale, dopo che le abbiamo strizzate e spremute tra frenate, sgommate, derapate e inchiodate? (Ci piace pensarci come automobilisti alla Steve McQueen, quello della vita spericolata, in realtà siamo guidatori molto prudenti, anche se una volta in autostrada abbiamo messo la quinta). E guardando fuori dal finestrino abbiamo visto troppe volte pneumatici abbandonati nei fossi o nei letti dei fiumi. E poi quelli che bruciano nelle discariche abusive o nei campi della terra dei fuochi.
Immagini che tolgono il sonno: per l’inquinamento e la sua ricaduta sulla nostra salute.

Da un po’ di tempo si possono dormire sonni più tranquilli, almeno per le ex gomme delle nostre auto: adesso c’è un sistema integrato di raccolta, smaltimento e recupero. Sono quelli di Ecopneus, una società senza scopo di lucro per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e la destinazione finale dei pneumatici fuori uso. È un consorzio tra principali produttori di pneumatici operanti in Italia, dove i numeri del settore sono da capogiro: dal 2011, data di nascita del consorzio, sono state recuperate più di mezzo milione di tonnellate di pneumatici, 60 milioni di gomme, un pneumatico da otto chili per ogni italiano che poteva finire ovunque.
Adesso viene prelevato dal consorzio e lavorato: tagliato, frantumato e sminuzzato. Ne esce una “materia prima seconda”, con la quale si producono nuovi oggetti e materiali. Ad esempio gli asfalti modificati, dove l’aggiunta di gomma dà vita a pavimentazioni che durano di più, sono più silenziose e aiutano le nostre auto a frenare meglio. Il Politecnico di Torino ha calcolato che una strada con queste caratteristiche conviene anche dal punto di vista strettamente economico, cosa che in questi tempi di casse vuote ha un suo fascino. Il granulato ottenuto dagli pneumatici si utilizza per la creazione di campi sportivi in erba artificiale, per le piste di atletica e le superfici da equitazione, per via delle ottime proprietà drenanti e antiurto.

All’ultima Festambiente, la manifestazione di Legambiente che si tiene ogni anno a Rispescia, in Toscana, l’intera area gioco per i bambini era realizzata con questi materiali. Così le solite cadute da scivoli, altalene, trapezi e castelletti diventavano atterraggi gommosi e indolori. Senza il seguito di pianti da consolare e ginocchi da disinfettare.

La prossima frontiera per la seconda vita degli pneumatici potrebbe essere l’arredo urbano: quanti paraurti, portiere e carrozzerie si potrebbero salvare ogni giorno, se al posto dei temibilissimi panettoni in cemento (quelli che delimitano le aree di sosta o impediscono l’accesso in determinate zone) ci fossero i panettoni inamovibili da gomma riciclata? Fermi uguale, ma molto molto più morbidi. Più che un panettone è una filosofia di vita.

novembre 2014

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