La seconda ondata pandemica è in atto: è dunque possibile fare riflessioni su quanto avvenuto durante la prima ondata per cercare di migliorare i comportamenti, anche quello alimentare. Abbiamo avuto modo di descrivere l’importanza della dieta per il sistema immunitario, ma si aggiunge un dettaglio scoperto attraverso le ricerche del gruppo del dottor Riccardo Caccialanza, Policlinico S. Matteo di Pavia: se è vero che una carenza di vitamina D espone maggiormente al rischio di contagio, una quota eccessiva di vitamina D risulta dannosa e può peggiorare l’andamento clinico della malattia. La mortalità, infatti, aumenta nei soggetti con i livelli più elevati di vitamina D, il motivo non è ancora chiaro e sembra essere legato a come il virus entra nelle nostre cellule. Comunque sia il messaggio è chiaro: non dobbiamo esagerare.

Dunque, evitiamo di comprare in autonomia il “pastiglione” o le fialette con il maggior dosaggio possibile, come frequentemente accade con vitamine e minerali la loro efficacia non è legata alla quantità: esagerare è più dannoso che utile alla nostra salute. Altro aspetto trattato in questa rubrica fu il cambiamento di tempi ed abitudini con cui mangiamo, fenomeno macroscopicamente evidente quando, in occasione della prima ondata epidemica, il lievito diventò introvabile nei supermercati.

Tuttavia, le modifiche brusche possono anche essere forti stimoli al cambiamento, come possiamo leggere nell’intervista dello chef Antonino Cannavacciuolo al Corriere della Sera: «Durante il lockdown Cannavacciuolo aveva perso trenta chili»: significa che per alcuni è stata l’occasione per fermarsi un poco e riconsiderare le proprie abitudini, senza bisogno di cliniche dimagranti, come saggiamente precisa lo chef: «Nessuna dieta particolare, ho ridotto in modo drastico le quantità». Per persone di successo, come Cannavacciuolo il tempo è particolarmente tiranno, infatti con l’aumento del lavoro estivo e le riprese di Masterchef dichiara: «Nelle ultime settimane ha mollato la dieta stretta. Difficile seguirla durante le riprese. Però sono sempre venti chili in meno rispetto a quando ho cominciato. Comunque, tempo venti giorni e ricomincio».

Questo tipo di approccio alla dieta, ovvero inizio, poi smetto e riprenderò quando mi sarà possibile, viene anche chiamato approccio dicotomico: è come se vi fosse un tasto “on” per iniziare ed uno “off” per spegnere. Tuttavia non possiamo mai sospendere la dieta: mangiamo tutti i giorni, e quello che mangiamo quotidianamente è la nostra dieta. Non è realistico pigiare il tasto “off”, è invece possibile cambiare approccio: da dicotomico, efficace quando schiacciamo “on” ma complesso da mantenere a lungo, è suggeribile passare ad un approccio flessibile con la dieta, in cui cerchiamo di fare il possibile anche quando siamo in difficoltà. Forse riusciremo a fare poco, ma se moltiplichiamo i risultati per una vita in cui si mantiene questo approccio, l’esito sarà rilevante anche se fosse semplicemente il mantenimento del peso, soprattutto nel caso in cui siano stati fatti sforzi importanti per tenerlo sotto controllo.

Tag: antonino cannavacciuolo, dieta, vitamina d, coronavirus

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