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Internet e il cambiamento delle nostre vite

Non sono una nativa digitale. Sono nata quando Internet non esisteva e la TV era ancora in bianco e nero, eppure oggi Internet è il mio lavoro.
Vedo però spesso persone anche più giovani esprimere nei confronti dei cambiamenti tecnologici un senso di inadeguatezza che a volte diventa paura. Un punto di vista che trovo illuminante sono le “tre leggi fondamentali della percezione del progresso” enunciate nel 1999 dallo scrittore di fantascienza Douglas Adams.

1. Tutto quello che si trova nel mondo alla tua nascita è dato per scontato. Per mio figlio 11enne computer e Internet sono un dato di fatto, così come per noi adulti è assolutamente normale viaggiare in auto o in aereo e vivere, grazie a vaccini e antibiotici, ben oltre i 42 anni (l’aspettativa media di vita in Italia nel 1900).

2. Tutto quello che viene inventato tra la tua nascita e i tuoi 30-35 anni è incredibilmente eccitante e creativo e se hai fortuna puoi costruirci sopra la tua carriera. Ricordo i primi compagni di liceo che smanettavano sui Commodore 64; più tardi io fui la prima del mio corso di laurea a scrivere la tesi con un word processor. Avere imparato presto a usare i computer portò molti di noi a lavorare prima nell’informatica e poi nella comunicazione online.

3. Tutto quello che viene inventato dopo i tuoi trent’anni è un’offesa all’ordine naturale delle cose, l’inizio della fine della civiltà.

A un certo punto delle nostre vite sembra che si arrugginisca il meccanismo di accettazione del cambiamento: il nuovo ci irrita e ci spaventa… salvo tornare a essere abbastanza normale dopo che è rimasto in circolazione per almeno un decennio. In realtà il 99% di quel che ci sembra “naturale” non è altro che tecnologia, solo che è stata inventata prima di noi ed è in uso da un sacco di tempo. È umana la capacità di creare tecnologie che cambiano le nostre vite, permettendoci di fare, su scala sempre più ampia, ciò che abbiamo sempre fatto e che ci rende, appunto, umani: parlarci, litigare, allearci, vendere e comprare, viaggiare. Ma “a grandi poteri corrispondono grandi responsabilità”: via via che gli strumenti ampliano il nostro raggio d’azione dobbiamo usarli con maggiore consapevolezza. In questa mia rubrica ogni volta cercherò anche di offrire spunti e consigli alla portata di tutti; questo mese comincio con un libro e un evento.

Segnalazioni:

Il libro di Mafe de Baggis
“Luminol”, la reatà rivelata dai media digitali
La tesi centrale del libro di Mafe de Baggis è che Internet non crea i fenomeni (narcisismo, voyeurismo, bullismo, calunnia) ma li porta alla luce, costringendoci a vedere anche aspetti dell’umanità che magari avremmo preferito ignorare. Bisogna quindi superare la falsa antitesi fra tecnoscettici e tecnoentusiasti, per assumerci in prima persona la responsabilità di conoscere, usare e anche plasmare l’evoluzione di questo strumento così potente e complesso.

Convegno a Trieste il 17 e 18 febbraio
Parole OStili, quando la rete è maleducata
Nelle discussioni online spesso la distanza dall’interlocutore e la frenesia di dire la propria generano toni offensivi, sconvenienti, oltraggiosi. La Rete diventa così un luogo violento e diseducativo, e la violenza verbale rischia di innescare altri tipi di violenze. Cosa fare per riportare le conversazioni – online e offline – nell’ambito del rispetto reciproco? Come disinnescare l’escalation di insulti e aggressività che inquina e abbruttisce la società? Ne discuteranno a Trieste il 17 e 18 febbraio decine di professionisti della comunicazione e personalità di diversi settori, a cui la comunicazione e il linguaggio stanno a cuore.
Già molte buone indicazioni si trovano sul blog www.paroleostili.com.

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