Gennaio è il mese degli oroscopi dell’anno e immagino che ciascuno di noi, pure se dell’astrologia non si fida, una sbirciatina gliel’abbia data. Il futuro è sempre e da sempre fonte di apprensione per gli umani: astrologia, ma anche lettura dei tarocchi, osservazione del volo degli uccelli, contemplazione delle viscere di animali sacrificati, palle di vetro e via dicendo. Siamo esseri che si nutrono di aspettative. Gli ottimisti sperano in bene, i pessimisti vedono tutto il male, ma è inevitabile: la mente corre sempre al domani. Che succederà? A me, alla mia famiglia, al mondo?
Se dovessi divinare il sentimento degli italiani per l’anno che sta incominciando dai commenti che ho ricevuto a un post scritto ad hoc sulla mia pagina Facebook, direi che le sfumature prevalenti sono quelle della disillusione e dell’insoddisfazione. Il 2022 per la maggior parte di noi italiani è stato un anno faticoso, pesante sia per gli strascichi derivanti dagli anni precedenti ma anche e soprattutto per la guerra Russia-Ucraina alle porte di casa, la sensazione che l’Europa non sia più il posto sicuro che abbiamo creduto che fosse e per la complessità delle dinamiche politico-economiche mondiali. Il futuro ci fa paura e quando hai paura la tentazione fortissima è quella di ritirarti nel guscio, di rimpicciolire la visuale, quasi a proteggerti dagli urti che le immagini del mondo esterno producono nella psiche: non se ne può più di morte, guerra, paura, strazio, disastri ambientali. Viene voglia di circondarsi solo dai propri affetti umani e animali, farsi contenti del poco che si ha, se lo si ha, di diminuire le richieste verso il mondo esterno, quasi un gettare la spugna di fronte a una situazione che si sente come ineluttabile e senza scampo.
Eppure, sarebbe proprio questo il momento di aprire invece che chiudere, credo. Il momento di unire le forze e i pensieri per progettare possibilità e visioni alternative. La guerra in Europa dura da un anno e non accenna a finire, le famiglie vivono con lo spauracchio delle spese lievitate. Secondo le stime dell’Ocse la guerra in Ucraina costerà 2.800 miliardi di dollari di Pil entro il 2023, forse di più, e la crescita prevista per l’Italia è solo dello 0,4%. Un nulla, mentre i risparmi si erodono.
Credo sia in momenti storici come questo che occorre invece che chiuderli, spalancare gli occhi e non rifugiarsi nell’elegia delle piccole cose. Grandi eventi richiedono grandi energie e anche un grandissimo sforzo di visione, addirittura, oserei dire, visionarietà. Magari senza aspettarci che le visioni arrivino servite sul piatto d’argento di un visore per la realtà non solo aumentata, ma mista che in tanti attendono: una specie di maschera da mettersi in faccia e con la quale potenziare la visione e “rilevare le informazioni biometriche e sull’ambiente esterno”. La realtà è già potentissima, aumentata e mista di suo, basterebbe avere il coraggio di guardarla davvero in faccia, di persona e non per sentito dire, possibilmente insieme ad altre e altri dei quali dovremmo infine provare a fidarci.