Quando racconta degli animali non umani, l’uomo incorre in una serie di errori di valutazione dovuti alla superbia di ritenersi più intelligente e importante di tutti gli altri. Le cronache dell’estate confermano questa considerazione e, se possibile, l’aggravano. L’invasione di meduse nei nostri mari suscita disappunto, quasi rabbia, eppure le meduse sono su questo pianeta fino dalla notte dei tempi, quando di uomini non si vedeva nemmeno l’ombra: ci sarà un motivo di un successo evolutivo così clamoroso, e molto sta nell’assecondare le correnti marine, dotate di una capacità urticante che salva loro la vita. Se investono in gran numero i nostri mari dipende dal fatto che noi uomini stiamo sterminando i loro naturali predatori e dal cambiamento climatico che stiamo stupidamente favorendo.
E il branco assassino degli elefanti, responsabile dell’uccisione di una turista italiana in Africa? È sembrato che si trattasse di un’ottusa banda di pachidermi irretiti dalla paura, che non hanno saputo sopportare l’intrusione amichevole di un umano. Ma quello è il loro territorio, la loro casa, e sentirsi minacciati non è accettabile per alcun animale, uomo per primo. Cosa fareste se qualcuno si frapponesse fra voi e vostro figlio? Gli elefanti sono animali intelligentissimi, dotati di memoria proverbiale e sensibili come pochi: in India un elefante si rifiutava di piantare un palo telegrafico nel suo foro, eppure ne aveva piantati già centinaia. Il suo conduttore era pronto a punirlo quando si accorge che, al fondo della buca, dormiva un cane, allontanato il quale l’elefante continuò il suo lavoro.
E le balene? Gli uomini non riescono proprio a fare a meno di cacciarle adducendo motivi scientifici che non esistono (si possono fare esperimenti sui tessuti o comunque sui cetacei in vita) e respingendo le richieste pressanti di conservazione. Così Giappone, Norvegia e Islanda, più qualche altro paese prezzolato da questi, continua il massacro che minaccia anche le specie in via di estinzione. E nel “nostro” santuario dei cetacei si permettono gare off-shore che certo non collimano con la protezione della natura. Eppure le balene sono in grado di comunicare con un sistema di armoniche paragonabile, fra gli animali umani, solo a quelle inventate da Johann Sebastian Bach. Eppure sono animali mansueti e avvistarle solo una volta permette sensazioni primordiali eccezionali per gli uomini. Niente da fare, anche in questo caso solo morte e distruzione. Come per i merluzzi, ormai scomparsi dai banchi di Terranova, una volta la zona più pescosa del mondo.
Infine il polpo dei mondiali, di orgini italiane, in grado di pronosticare il vincitore: ma come fa? Nessuno sa che il polpo è animale intelligente come pochi, in grado di imitare il proprio simile mentre compie un’azione, capendo immediatamente quale possa esserne il vantaggio. Crediamo a impossibili virtù divinatorie, ma non ci meravigliamo dell’ordinario di animali ritenuti inferiori e, anzi, volentieri rivoltiamo loro la testa prima di ridurli in insalata. Nessuna specie animale al mondo si è mai comportata così.
Mario Tozzi