Ai santi del Medioevo i testi attribuiscono azioni straordinarie, miracoli che ricalcano quelli di Gesù: guarire gli ammalati, moltiplicare il pane, trasformare l’acqua in vino… Ma c’è un caso in cui accade il contrario: l’eremita Giovanni, ritiratosi in preghiera sulle Alpi piemontesi, riceve visita da illustri personaggi che arrivano assetati, allo stremo delle forze. Lui ha solo una piccola ampolla di vino benedetto e, per ristorarli, non esita a trasformarlo in acqua.
Se a volte c’è bisogno di un miracolo per procurare l’acqua, è perchè si tratta di un bene raro e prezioso, ma a tutti indispensabile, e che va sempre garantito. Si legge di santi che la fanno scaturire in luoghi aridi, o addirittura dalla roccia, come Mosè nella Bibbia. Gesti miracolosi che si propongono sempre di aiutare gli altri, di favorire gli interessi della comunità: dissetare uomini e animali, irrigare i campi e gli orti.
Era tanto preziosa, l’acqua, ed era difficile trovarla pura. Nel Medioevo non c’erano i pozzi artesiani, che da un paio di secoli aiutano gli uomini a pescare acqua a grandi profondità. Era anche difficile conservarla: l’acqua si contamina facilmente, soprattutto quando fa caldo e ce ne sarebbe maggiormente bisogno. Perciò i medici raccomandavano di utilizzare, quando possibile, l’acqua piovana; o l’acqua delle sorgenti. E poi raccomandavano di assumerla con prudenza, di berla possibilmente mescolata al vino, o a un po’ di aceto, per disinfettarla: la posca (acqua e aceto) era una bevanda tipica dei soldati in viaggio, fin dall’età romana, e mescolare l’acqua al vino era una pratica corrente, tanto che, nel latino medievale, una medesima parola (miscere) serve a indicare sia l’azione del “versare”, sia quella del “mescolare”: le due cose di solito coincidevano. Questa antica diffidenza nei confronti dell’acqua trovava riscontro in proverbi e modi di dire, giunti a volte fino a noi: “l’acqua fa male, il vino fa cantare”; “l’acqua arrugginisce le budella”.
Dell’acqua si apprezzava, quando si riusciva a berla, il sapore neutro e pulito: il sapore non-sapore, che significava purezza. Il Medioevo arrivò a teorizzare questo sapore-non sapore, “inventando” un sapore nuovo, non previsto dalla tradizione antica, che fu chiamato insipido. Il sapore dell’acqua, appunto.
Ci capita a volte di ascoltare frasi del tipo: “facile come bere un bicchier d’acqua”. Lo storico può assicurare che bere un bicchier d’acqua non è mai stato facile come crediamo: solo dall’Ottocento in poi le città europee si sono dotate di acquedotti che la trasportano, pura e potabile, alla bocca di tutti. In tanti paesi del mondo a questo non si è ancora arrivati, anche perchè attorno all’acqua si scatenano conflitti e si accampano interessi privati che contrastano col sacrosanto diritto di tutti a bere. Il miracolo dell’acqua avrebbe ancora molto da insegnarci.
Massimo Montanari