Una delle immagini che meglio simboleggia la spensieratezza estiva è l’affollamento gioioso delle gelaterie. Nella evoluzione delle abitudini alimentari pochi altri alimenti si sono imposti, come i gelati, in ogni strato della popolazione.
Il gelato, artigianale o industriale, è un vero e proprio alimento, di gradimento trasversale con un democratico consenso di giovani e anziani, di ogni ceto sociale. Inoltre, il gelato è diventato un alimento igienicamente sicuro che negli ultimi anni gli italiani hanno imparato a consumare non solo in estate, ma anche a fine pasto o come spuntino (molto meno calorico di toast, pizzette o patatine fritte) in ogni momento dell’anno.
In sintesi, i gelati di frutta contengono soprattutto zuccheri; perciò sono preferibili per chi è in sovrappeso o per chi non vuole “appesantire” la digestione (ad esempio, come spuntino prima di fare sport o un bagno, senza attendere le tre ore di intervallo richieste da un pranzo con più portate). Stiano attenti, però, i diabetici e gli obesi insulino-resistenti perché i gelati di frutta hanno meno calorie ma più zuccheri semplici, poco importa se come saccarosio, fruttosio, lattosio o sciroppo di glucosio.
I gelati a base di latte, uova, cioccolata, contengono più grassi, perciò un centinaio di calorie in più per una confezione media. Ai patiti delle calorie ricordo che nei gelati c’è molta acqua (37-75%) e molta aria, per cui un bel “cono” di frutta, di quasi 100 grammi, fornirà soltanto 150-180 calorie. Per i gelati industriali basterà leggere l’etichetta nutrizionale che riporta le calorie per 100g e per singolo pezzo. Perciò può essere un sacrifico inutile rinunciare al piacere di un gelato quasi si trattasse di una golosità stracarica di calorie, ignorando che scegliere un gelato, come spuntino da conteggiare nel totale delle calorie previste per una dieta dimagrante, è possibile seppure con qualche compensazione calorica equivalente.
Perfino chi è davvero costretto alla sedentarietà non deve essere aggredito con un eccesso di proibizioni che innescano disturbi del comportamento alimentare e poi l’abbandono di qualsiasi dieta. Il gelato non deve rappresentare un’auto-concessione benevola ma una normale sostituzione da programmare al posto di altri carboidrati, per i gelati a base di frutta, oppure al posto di proteine e grassi, per i gelati a base di latte, uova, nocciole e cioccolata.
Eugenio Del Toma