Fondata nel 2016 e letteralmente esplosa durante i lockdown del 2020, OnlyFans è una piattaforma di contenuti per adulti in cui si paga per seguire altri utenti: generalmente modelle, influencer o artisti più o meno famosi. Si presenta in modo soft, come un modo per sostenere direttamente i propri creator preferiti; ma la possibilità di pubblicare contenuti espliciti, che su altre piattaforme sarebbero censurati, fa sì che la stragrande maggioranza dei due milioni di creator attivi siano di fatto dei “sex worker”, ragazzi e ragazze che guadagnano esibendosi davanti alla webcam.
Gli utenti iscritti sono a oggi più di 200 milioni; oltre che abbonarsi a uno o più creator, molti di loro pagano cifre extra per acquistare contenuti personalizzati o interagire direttamente via messaggi e video con coloro che seguono.
OnlyFans trattiene per sé il 20% delle somme pagate, e alcuni creator riescono a guadagnare migliaia di dollari al mese; naturalmente chi guadagna di più è chi ha già un proprio seguito altrove, ad esempio su Instagram o TikTok, e svolge un’intensa attività di autopromozione per portare traffico al proprio profilo OnlyFans. Un singolo abbonamento può costare da 4,99 a 49,99 dollari al mese, e ci si potrebbe chiedere cosa spinge a pagare per video o foto simili a quelli che si possono trovare gratis o compresi in servizi di streaming con cataloghi ben più ricchi. Ma il punto di forza di OnlyFans è che offre la percezione di un rapporto diretto, personale: non sto solo guardando un video, ma posso interagire “davvero” con la mia star.
Benché venga spesso descritto come un modo facile per arricchirsi, trasformare il proprio profilo OnlyFans in una fonte di reddito regolare implica un lavoro a tempo pieno, sia per la creazione dei contenuti all’interno della piattaforma, sia per la loro promozione su altri canali. Non mancano i rischi: la diffusione non autorizzata dei propri contenuti, i possibili furti di identità, e anche lo stigma sociale ancora molto forte nei confronti dei sex worker.
Dal punto di vista di chi come me osserva l’evoluzione delle nostre vite sempre più digitali, OnlyFans è un progetto che è riuscito a monetizzare una delle tendenze più chiare degli ultimi anni: l’enorme spostamento di traffico dalla internet “pubblica” – i siti e i post visibili a tutti sui social – a quella “privata”: gruppi, chat e micro-community aggregate da influencer. Via via che i social, nati come piattaforme di conversazione e interazione, diventano sempre più flussi infiniti di contenuti simili alla tv, ma con un palinsesto definito da algoritmi difficili da controllare, OnlyFans può sembrare una possibilità per scegliere – pagando – quali relazioni attivare e da chi farsi “vedere” e ascoltare.
Con chi parli davvero? Le star più seguite di OnlyFans hanno migliaia e migliaia di follower, ed è impensabile che gestiscano direttamente tutte le interazioni, i messaggi, i commenti. Lo fanno al posto loro veri e propri team di persone che però devono in ogni modo convincere i follower dell’autenticità della relazione per cui stanno pagando. Su Vice ecco l’intervista a uno di loro
Non solo erotismo Fra i creator di OnlyFans si trovano anche istruttori di fitness e yoga che offrono le loro lezioni, musicisti che condividono momenti del backstage, giornalisti, e perfino l’Ente Turistico di Vienna, che ha aperto un profilo per promuovere, senza censure, alcune delle opere più famose dei suoi musei, come i nudi di Egon Schiele.