Diverse proposte dietetiche oggi utilizzano i “pasti sostitutivi”. Possono essere barrette, shake, buste liofilizzate e altre tipologie di prodotti che hanno in genere lo scopo di sostituire un pasto, essere pratici, nutrizionalmente bilanciati, gustosi, possibilmente sazianti e aiutare nella perdita di peso. Considerando le aspettative che si ripongono in questi prodotti, e ragionando a mente serena, ci si accorge che difficilmente potranno essere soddisfatte tutte; tuttavia, la speranza che possano esistere alimenti simili viene utilizzata efficacemente dal marketing. Le proposte vanno dalla vendita di un singolo prodotto a kit che contengono gli alimenti di tutti i pasti per settimane; possono essere acquistati in supermercati, farmacie, erboristerie, centri estetici, sul web, prescritte da professionisti competenti oppure vendute attraverso i multi-level marketing. Cioè con quelle forme di vendita in cui il proprio collega, vicino di casa o parente, solitamene come lavoretto aggiuntivo, commercia prodotti usando la propria rete di conoscenze personali. Possono essere insidiosi per il consumatore, come dimostra la sanzione da 200 mila dollari inflitta nel 2017 dall’Antitrust americano a una nota azienda che propone anche sostituti dei pasti e ha dovuto risarcire 350 mila persone alle quali era stato fatto credere di potersi arricchire, oltre che di poter dimagrire, attraverso la vendita e il consumo dei loro prodotti.

Qualora la scelta di ricorrere a un pasto con un pasto sostitutivo sia estemporanea non desta particolare preoccupazione, ma l’utilizzo di diete basate in tutto o prevalentemente su pasti sostitutivi è sconsigliata dalle linee guida italiane per una sana alimentazione, che valorizzano la varietà degli alimenti presenti in una dieta come uno dei criteri fondamentali di equilibrio. Sappiamo tuttavia quanto possa essere difficile la terapia dell’obesità e, nell’ambito delle possibili tecniche dieto-terapeutiche elencate dagli “Standard Italiani per la Cura dell’Obesità SIO-ADI”, troviamo tra gli interventi di secondo livello, ovvero prescritti da centri con approccio specialistico e multidisciplinare schemi dietetici a bassissimo contenuto calorico e diete chetogeniche. In entrambi i casi le prescrizioni sono di breve durata e possono avvalersi di pasti sostitutivi appositamente preparati.

Le diete chetogeniche non sono iper-proteiche come molti pensano, ma particolarmente sbilanciate a favore dei lipidi e inducono la produzione, da parte del fegato, dei corpi chetonici che hanno azioni rilevanti sul cervello, che vanno dalla riduzione della fame fino alla terapia dell’epilessia. Vi sono indicazioni ben precise alla dieta chetogenica ed effetti collaterali anche gravi, tuttavia la realtà commerciale vede i kit per diete chetogeniche proposti anche da estetiste o comprati in autonomia sul web, a cifre che vanno dai 3 ai 600 euro al mese.

Gli approcci particolarmente restrittivi possono essere efficaci nel breve tempo, tuttavia, se non si lavora seriamente sulle modifiche quotidiane dello stile di vita, si faticherà a capitalizzare la perdita di peso, rischiando poi l’effetto “yo-yo”, che porta nel tempo a un peggioramento del problema.

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