Può un farmaco essere “di moda”? Nel settore in cui opero, la nutrizione, è sufficientemente bizzarro che le diete diventino “di moda”, tanto da diventare brand con interessanti successi commerciali. Ma da inizio 2023 assistiamo a un fenomeno nuovo, la carenza di un farmaco che si usa sia per il diabete sia – negli Stati Uniti, ma non in Europa – per l’obesità: la semaglutide. Il motivo è attribuito al ruolo degli influencer che ne hanno fatto uso, condividendo le proprie esperienze sui social media. Tra di loro vi sono persone note, come Elon Musk che, a chi gli chiedeva come mai fosse così in forma, ha risposto su Twitter di avere usato la semaglutide, contribuendo a far diventare virale la notizia.
Dobbiamo prendere atto che i social network hanno fatto sì che, nella scelta di un farmaco per il controllo del peso, l’esperienza di Elon Musk conti più del parere del medico o di un esperto del settore quale un farmacologo. L’aumento della richiesta di utilizzo del medicinale è stato tale che, nel giro di pochi mesi, si è andati incontro a una progressiva carenza fino all’esaurimento delle scorte, raggiunto in Italia ad aprile, anche per le riserve dedicate ai diabetici. Visto che il numero dei malati di diabete in terapia è rimasto uguale, la differenza l’ha fatta soprattutto l’aumento di richiesta da parte di chi ne fa uso per perdere peso. La stampa nazionale e internazionale ha dunque sottolineato il problema per quei diabetici che rischiano di non avere più la loro terapia. La carenza dura ormai da mesi, tanto da essersi riflessa anche sulla liraglutide, molecola avente effetto simile e approvata in Europa anche per la terapia dell’obesità che, nel momento in cui scrivo, risulta introvabile.
L’argomento è serio in quanto molte prescrizioni risultano “off label”, cioè non conformi, come osserva il dottor Robert H. Shmerling di Harvard in un suo recente editoriale: considerato che negli Stati Uniti la semaglutide è approvata per l’utilizzo nell’obesità, questo significa che viene prescritto abbondantemente anche a persone con un lieve sovrappeso o addirittura normopeso. Dunque, va distinto l’utilizzo in pazienti normopeso o lievemente sovrappeso, e l’utilizzo in pazienti con obesità, soprattutto con obesità gravi: è da ricordare come, secondo il Centers for Disease Control and Prevention, l’aspettativa di vita possa essere ridotta di circa 6 anni per i pazienti con diabete di tipo II, paragonabile a quella di pazienti con obesità grave. Dunque, il paziente obeso non deve sentirsi in colpa perché sottrae un farmaco al paziente diabetico: entrambi sono malati, mentre una differenza importante è lo stigma che ancora aleggia nei confronti del paziente obeso, ritenuto colpevole della propria condizione.
I farmaci in questione sono solo i primi di una generazione di nuovi medicinali per la terapia di diabete e obesità, che non a caso viene anche chiamata “diabesità”, ma sono solo una parte di un percorso per perdere peso che includa dieta e attività fisica, senza le quali i risultati saranno più scarsi e meno duraturi.