Quasi un anno fa, a fine ottobre 2015, chiudeva Expo. Con un sentimento diffuso di successo – c’è ancora gente che racconta agli amici, felice, di quelle sette bellissime ore passate in coda davanti al padiglione del Giappone – e alcuni interrog ativi su cosa fare dopo Expo là dove si è fatto Expo. Intanto c’è una buona idea concreta sul futuro di alcuni pezzi che l’esposizione universale ha lasciato dietro di sé. Parte da Fondazione Triulza, la rete delle organizzazioni del Terzo settore che durante Expo 2015 ha gestito Cascina Triulza, il padiglione della Società Civile che ha avuto qualche coda in meno del Giappone ma molte buone idee sul cibo, lo sviluppo sostenibile, l’inclusione sociale.

Adesso, ad Esposizione Universale chiusa, Fondazione Triulza insieme a Fondazione Cariplo, gestisce con intelligenza alcuni beni di Expo 2015 SpA in liquidazione. Lo spirito è quello di evitare gli sprechi e favorire il riutilizzo. Il mezzo bandi pubblici per assegnare gratuitamente 15 cucine utilizzate nei padiglioni, 1730 tablet, abbigliamento e accessori in dotazione ai Field Operator ed ai volontari. Possono fare domanda enti pubblici e organizzazioni del Terzo settore.

Le attrezzature da cucina sono tantissime: ognuno dei 15 lotti comprende tra l’altro frigorifero, lavello, tavolo da lavoro, un banco refrigerato da 290 litri e uno da 440. Roba da far invidia ad un programma tivù, quelli con i cuochi che insultano e impiattano. In alcuni lotti c’è anche il banco distribuzione personalizzato con la grafica del paese che lo ha utilizzato. Così se vi aggiudicate quello del Giappone faranno la coda per vederlo da voi. E, se si ha fortuna, può capitare anche la friggitrice o il forno tandoori.

I tablet andranno via in lotti di 20. Alcuni sono per le scuole primarie di primo e secondo grado; altri per le superiori che hanno partecipato a EXPO 2015. 50 tablet, in lotti da 10, sono per le sezioni didattiche ospedaliere, le scuole negli ospedali dove studiano bambini e ragazzi che devono passare per cure molto lunghe.

È stata una idea per la quale si è spesa molto Elisabetta Strada, una consigliera comunale di Milano. I lotti di abbigliamento e accessori, tutti nuovi e mai utilizzati, sono un tripudio di magliette, felpe, borse, cappellini e borracce, gilet multitasche e gilet ad alta visibilità, giacche antipioggia, antivento e cerate, guanti antiscivolo e scarpe antinfortunistiche. Ci sono anche 428 bandane, 102 orologi e la Manona con su il simbolo dei volontari in 5198 esemplari.

I criteri per l’assegnazione sono stati definiti da un comitato guida composto da Fondazione Triulza, Expo 2015 SpA in liquidazione, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Regione Lombardia, Comune e Camera di Commercio di Milano. Se le domande sono tante si va per estrazione a sorte.

C’è tempo fino al 20 settembre. Il suggerimento, per gli studenti, è di incalzare da subito il corpo docente: “Prof, c’è il bando per i tablet di Expo, non possiamo lasciarcelo scappare. Quindi non stiamo a perdere tempo con la vecchia storia di chi ha fatto e chi non ha fatto i compiti per l’estate. Su, prof, dai: scarichiamo il bando, facciamo i moderni una volta tanto”.

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