In principio fu il citizen-journalism, vi ricordate? Con l’avvento della rivoluzione digitale, dei siti come youtube o dei blog, i cittadini potevano diventare reporter diffusi sul territorio, perché diventava semplicissimo filmare, fotografare, testimoniare fatti di cronaca.
Poi, con il web 2.0 arrivò tutto il resto. Dai social network in poi non c’è più nulla che non sia “citizen-qualcosa”, pensate, giusto per fare due esempi, ai ragazzi della primavera araba cresciuti tra facebook e twitter o alle centinaia di migliaia di finanziatori diffusi per piccoli e grandi progetti che fanno “crowdfunding”, finanziamento dal basso su siti come Kickstarter o Musicraiser. Aveva cominciato Barak Obama, vincendoci le elezioni.
E allora, per noi che siamo cresciuti a pane e Piero Angela, che gioia e che gaudio quando abbiamo saputo che il piccolo Museo di Storia Naturale della Maremma è stato invitato dal Royal College di Londra (una delle più antiche e importanti istituzioni scientifiche del mondo) a far parte dei fondatori dell’Associazione Europea di Citizen Science. In pratica, le tre città che faranno da apripista in questa che è l’ultima frontiera della ricerca scientifica saranno Londra, Berlino e … Grosseto.
La citizen-science è la partecipazione del pubblico nella ricerca scientifica ed è una cosa serissima: si chiede a cittadini che nella vita fanno tutt’altro di unirsi agli scienziati e ai ricercatori per realizzare insieme dei progetti che, con l’aiuto di molte persone, riescono meglio e più velocemente. Esempi classici sono la raccolta dei dati o la verifica di fenomeni diffusi sul territorio. Grazie ai telefonini che abbiamo in tasca possiamo fare cose che gli scienziati non potevano nemmeno immaginare fino a poco tempo fa.
Volete misurare l’inquinamento acustico di una città con milioni di abitanti? Basta usare una applicazione come Noisetube e avrete migliaia di cittadini-sensori geolocalizzati per misurare tutto il rumore che volete. Vi interessa tradurre i suoni delle balene? Partecipate a WhaleFM e dal vostro computer aiuterete i ricercatori a estrarre migliaia di suoni in un tempo record. Andrea Sforzi, il giovane direttore del Museo di Storia Naturale della Maremma sta cercando di portare in Italia proprio questo approccio, forse perché il suo è un piccolo museo, forse perché da noi la ricerca scientifica non ha mai avuto particolari attenzioni economiche dai vari governi. Fatto sta che il coinvolgimento dei cittadini sembra essere una risposta efficace e coinvolgente.
A fine maggio ha organizzato il suo primo Bio-blitz portando per 24 ore filate più di duecento persone nell’oasi di San Felice a Fiumara a lavorare insieme ai ricercatori per identificare e catalogare le specie della zona. In un giorno e una notte (temporale compreso) hanno identificato 155 specie animali, 172 vegetali e 39 tra funghi e licheni. Un risultato straordinario ottenuto in un tempo incredibilmente ristretto, questa è la citizen science: cittadini uniti per arrivare là dove nessun uomo (da solo) è mai giunto prima. Anche in Maremma!
Ecco la citizen-science. Così il Museo della Maremma “sbarca” a Londra
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