Sono passati 30 anni da quando Tim Berners Lee concepì l’idea di un sistema per la condivisione di informazioni su larga scala; da questa idea di lì a poco sarebbe nato il primo sito Web e, a seguire, tutto il world wide web e con esso i servizi che poggiano sull’infrastruttura di Internet.
Cosa è diventata oggi la rete? Ha migliorato il mondo o ha generato nuovi problemi e accentuato mali già presenti? Se lo chiede lo stesso Berners Lee in una lettera in cui mette a fuoco i tre pericoli maggiori che minacciano non solo l’ecosistema digitale, ma l’intera società:
• gli attacchi deliberati mossi da organizzazioni criminali e governi autoritari, che minacciano la sicurezza di infrastrutture importanti con atti di vera e propria pirateria o cercano di influenzare subdolamente le dinamiche democratiche;
• i modelli di business fondati sullo sfruttamento improprio dell’attenzione e delle emozioni, che inquinano l’ecosistema dell’informazione con notizie montate ad arte solo per attrarre più clic, a discapito della qualità e dell’oggettività;
• effetti non previsti del design delle piattaforme online e dei social network, che accentuano la polarizzazione delle discussioni aumentando il livello di tensione e violenza, con effetti online e offline.
Più di metà della popolazione mondiale oggi accede a Internet: dobbiamo superare un “digital divide” che allontana sempre più, in termini di potere e opportunità, chi è online e chi no; ma, al tempo stesso, stabilire un punto fermo e impegnarci perché la rete sia una piattaforma che promuove la libertà e l’uguaglianza, non l’odio e il crimine.
Tim Berners Lee propone quindi un rinnovato “Patto per il web”, che impegni:
• gli stati, a garantire a tutti i cittadini accesso libero a Internet senza censure e nel rispetto dei diritti individuali alla privacy e alla sicurezza;
• le aziende, a rendere Internet accessibile, rispettare la privacy e usare i dati personali in modo corretto, andare oltre la ricerca del profitto a breve termine creando strumenti che non sfruttano e accentuano i nostri lati peggiori, ma ci aiutano a migliorare;
• gli individui, ad abitare gli spazi online in modo consapevole e responsabile e al tempo stesso esigere da stato e aziende che garantiscano la libertà e la neutralità della rete.
Per approfondire
1) Il manifesto di Tim Berners Lee La rete come la immagina oggi il suo inventore: uno strumento che resta libero e aperto, rispetta i dati delle persone e ne tutela la sicurezza e il benessere. In questo articolo di Wired, riflessioni e link al testo completo della lettera di Tim Berners Lee. http://bit.ly/ManifestoBernersLee
2) Anche Facebook si interroga In un post che ha fatto molto discutere, Mark Zuckerberg promette sviluppi futuri delle sue piattaforme molto più orientati agli scambi privati (gruppi e chat) che non alla condivisione pubblica (bacheche e pagine). Aumenterà la nostra privacy? O piuttosto, i nostri dati saranno sempre più confinati in “giardini recintati” di proprietà di un’azienda? E come farà Facebook a monetizzare tutto questo? Le riflessioni al riguardo in un articolo uscito su Il Post. http://bit.ly/ZuckFacebookPrivacy