Le Associazioni impegnate nella difesa dei Consumatori sono ormai molte e abbastanza agguerrite ma credo che l’Unione Nazionale Consumatori meriti, per le idee pionieristiche del suo primo ispiratore Vincenzo Dona e per l’operosità dell’attuale gruppo dirigente, di essere citata ad esempio dell’influenza che tutti noi consumatori possiamo e dobbiamo esercitare sull’industria alimentare attraverso la consapevolezza delle nostre scelte alimentari.
Con questo spirito ho seguito a Roma non un vero e proprio Convegno ma una giornata di incontri promossa dall’UNC per discutere di argomenti basilari come alimentazione, benessere e salute ma anche risorse energetiche e Internet.
Il titolo dell’incontro era attuale e intrigante: “Cose da non credere”. Purtroppo, non capita spesso che dei normali cittadini, accomunati dalla curiosità di domandare e di apprendere, possano incontrarsi con dei veri esperti o dei protagonisti ufficiali (NAS, garanti, direttori di giornali e TV) se non altro per non restare dei perdenti, plagiati da una comunicazione onnipotente ma non sempre chiara e veridica nelle sue contagiose affermazioni.
Da incontri di questo tipo nascono proposte e denuncie (appunto “cose da non credere”) che riconfermano la vulnerabilità dei consumatori e la necessità di diffondere più informazione e cultura non solo sugli alimenti o sulle moderne tecnologie ma ancor prima sulla veridicità delle offerte su cui pende il sospetto del raggiro e della contraffazione. Troppi sprovveduti apprendisti non sanno districarsi nella giungla di Internet e sono attratti da affermazioni improbabili, non solo su diete miracolistiche, integratori, omeopatia e tisane, ma anche su qualsiasi ipotetico supporto al benessere psicofisico. Non è accettabile che nelle librerie o nei punti di ristoro e di smercio sulle autostrade figurino libri di diete antitetiche con le basi elementari della fisiopatologia e comunque all’insegna del dimagrire in pochi giorni con la dieta di illustri sconosciuti quando con una semplice ricerca sui siti delle Società scientifiche competenti o del Ministero della Salute si possono leggere le raccomandazioni davvero utili alla prevenzione (ma anche al dimagrimento piuttosto che al “deperimento”) formulate dagli esperti italiani o della OMS.
Almeno in campo nutrizionale bisogna attenersi solo ai consigli o ai prodotti validati da un adeguato iter scientifico evitando l’auto-promozione e le scorciatoie commerciali di maghi e cialtroni privi dei necessari titoli di studio. “La legge non ammette ignoranza”, tanto meno in campo nutrizionale e invece la nostra società abbandona i più sprovveduti e sorvola su abusi e mistificazioni anche quando sono in gioco la prevenzione e la salute.