È inutile far finta di niente. Lo sappiamo dove siete in questo momento, mentre leggete Consumatori. Più dell’ottanta per cento di voi sono impegnati in una naturale funzione fisiologica nella tranquillità del proprio bagno. Siete sulla tazza. E il giornale che avete fra le mani era appoggiato sulla lavatrice o sulla mensola vicino ai medicinali. Ora guardate alla vostra destra, un po’ più in basso, ecco, esattamente lì. È proprio da quel rotolo di carta che si può ripartire per salvare il pianeta. Riuscite a immaginare quanta carta igienica si consuma in un anno in Europa? Il solo mercato continentale vale circa otto miliardi e mezzo di euro e rappresenta il ventisei per cento del consumo mondiale.
In un anno noi europei buttiamo nelle fosse biologiche ventidue miliardi di rotoli. Sono circa cinque milioni e mezzo di tonnellate, in media tredici chili di carta igienica a testa, strappo più, strappo meno. Come fare per ridurre il devastante impatto ambientale di quei soffici quadrati? Se lo chiedono da anni alla Cartiera Lucchese, dove la riflessione sulla sostenibilità e la produzione rispettosa dell’ambiente è da molti anni un must. Loro sono a capo di un gruppo internazionale e sono stati i primi al mondo a usare imballaggi biodegradabili per i rotoli; la prima società italiana ad ottenere il marchio Ecolabel e tre anni fa hanno lanciato Bio-Active, la prima carta al mondo biologicamente attiva che toglie i cattivi odori dagli scarichi.
Adesso hanno inventato la prima carta igienica riciclata dal Tetra Pak! Un’invenzione che si è guadagnata il premio Innovazione Amica dell’Ambiente, assegnato ogni anno da Legambiente.
Adesso guardate bene il rotolo che avete a pochi centimetri dal vostro naso e pensate a quanta cellulosa è servita per produrlo, a quante foglioline non sono più in mezzo ai boschi a fare fotosintesi perché sono state sacrificate per la gioia del vostro deretano.
Da oggi quelle foglioline potranno vivere serene e tranquille grazie all’invenzione della multinazionale toscana: con un procedimento che permette di recuperare le fibre di cellulosa dai contenitori di Tetra Pak dismessi, la carta igienica arriva – invece che dal bosco – dal cartoccio del latte ormai vuoto, dal brick del succo di frutta e da milioni e milioni di contenitori che in questo modo ritornano ad essere materia prima e non rifiuti da smaltire.
Non contenti, quelli della Lucart si sono anche inventati un metodo di “estrazione” totalmente bio, che non prevede l’utilizzo di sostanze dannose per l’uomo e per l’ambiente. Così facendo hanno anche ottenuto una carta da formula uno, con performance incredibili di resistenza e assorbimento. A differenza di quella tradizionale, che viene sbiancata, la carta da Tetra Pak non subisce trattamenti e conserva quindi tutte le fibre che sono di qualità superiore, paragonabili a quelle della cellulosa vergine. Con la differenza che qui non si abbatte nemmeno un albero. Avete capito ora perché la salvezza del mondo dipende anche da quello che state per fare nei prossimi due minuti?

Massimo Cirri e Filippo Solibello

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