Partiamo innanzitutto chiarendo cosa non è sicuramente né deep web né dark web: il cosiddetto surface web (web di superficie), costituito da tutte le pagine pubbliche che possono essere trovate attraverso una ricerca su Google. Sono i siti web aperti alla navigazione, le pagine pubbliche create su Facebook e altri social network, insomma tutto ciò a cui si può arrivare esplorando la rete attraverso un motore di ricerca.
Ma non tutti i contenuti online sono indicizzabili e trovabili: c’è chi stima che, come in un iceberg, la proporzione di contenuti che stanno “sotto la superficie”, non ricercabili e a cui puoi arrivare solo se conosci il loro indirizzo o se hai accesso a un’area riservata, sia 5 o 600 volte più ampia rispetto al surface web: questo è il deep web, cioè la rete “sotto il pelo dell’acqua”.
Nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di contenuti del tutto leciti: sono i documenti salvati nelle aree riservate aziendali, le cartelle cliniche e i dati del tuo fascicolo sanitario elettronico, gli scambi che avvengono all’interno dei gruppi privati su Facebook, i video pubblicati su YouTube in modalità “non indicizzabile”. Dentro al deep web stanno anche i messaggi email, le chat, i forum non indicizzati, i contenuti di un sito che i webmaster hanno voluto sottrarre ai motori di ricerca: aree di test, contenuti ridondanti, documenti scaricabili solo da parte di chi lascia i propri dati personali.
Infine, continuando a scendere verso gli abissi della rete, arriviamo al dark web, il web oscuro: è quella parte di deep web non indicizzata e che non può essere raggiunta con un normale browser, ma necessita di programmi ad hoc, che anonimizzano la navigazione, come Tor e I2P – perciò sarebbe più corretto parlare di dark net, dato che questa parte di Internet non usa i protocolli delle pagine web standard.
Questo livello della rete è generalmente utilizzato per attività illecite, a volte di natura criminale (traffico di stupefacenti, pedopornografia, terrorismo), a volte dagli attivisti e oppositori di regimi dittatoriali; una parte dei suoi frequentatori sono anche le forze di polizia e i servizi segreti di molti stati. Le transazioni commerciali all’interno del deep web avvengono usando monete virtuali, come Bitcoin o Ethereum.
Navigare nel dark web non è di per sé illegale, ma è sicuramente un’attività molto rischiosa per la possibilità di scaricare file pericolosi o fare brutti incontri o, semplicemente, venire associati involontariamente ad attività illecite. Al contrario, tutti noi navighiamo spesso nel deep web, ogni volta che entriamo nell’area privata di un sito – e facciamo di tutto, sperabilmente, per mantenerla riservata, usando password sicure e cambiandole spesso!
Guerre di rete, newsletter e un podcast Su questi temi, non consiglierò mai abbastanza la newsletter e il podcast di Carola Frediani, che parla di cybercrime, sorveglianza digitale, diritti digitali. Molte delle cose che racconta Carola Frediani si svolgono nella parte nascosta della rete, più o meno oscura, e tutte sono temi importanti che hanno o avranno un impatto sulle nostre vite.
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