Ero a New York nel momento esatto in cui l’uragano Sandy si abbatteva su Manhattan. Lo abbiamo aspettato per giorni e poi gli siamo andati incontro a Battery Park, a sud della città, dove il mare ci urlava in faccia la sua rabbia. Abbiamo circumnavigato l’isola di Manhattan lungo l’East River e poi lungo l’Hudson e abbiamo visto le nuvole basse nere arrivare con raffiche a oltre 100 km/h. Abbiamo visto l’acqua salire fino a un metro, i cartelloni pubblicitari volare via, i semafori ondeggiare e gli alberi cadere. Non abbiamo visto nemmeno un’auto privata aggirarsi, né un uomo cadere, perché per strada non c’era nessuno: solo mezzi di soccorso e giornalisti. Nella città più moderna del mondo un uragano di proporzioni gigantesche (1.500 km di diametro) arriva nel cuore della City e non provoca isterismi, né preoccupa: solo la luce elettrica che va via per tre giorni ci riporta a quel momento. Per il resto, a New York, nulla di così rilevante.
Ero a Genova l’autunno scorso al momento della bomba d’acqua e quest’anno in Toscana all’arrivo della tempesta. E dovunque auovetture accartocciate dal vento e spazzate via dalle strade, strade ridotte a fiumi, fiumi morti intombati sotto le strade. Gente che non sa che fare, costruzioni dove non dovrebbero essere e tutti per strada, mentre si dovrebbe stare rintanati in casa ai piani più alti. Ci sono i morti e i danni per milioni di euro. E si ricostruisce, esattamente negli stessi posti e esattamente nello stesso modo. Le piogge sono cambiate, il clima pure, ma il territorio è sempre meno preparato.
Italia – Stati Uniti un parallelo che è utile per capire quanto siamo impreparati a questi eventi naturali a carattere catastrofico. Indicazioni della Protezione Civile disattese, città che sono diventate colossali parcheggi a cielo aperto, nessuna cultura della natura e nessuna alfabetizzazione scientifica: in questi pochi punti le differenze fra nordamericani e mediterranei nell’affrontare gli eventi naturali. E in questi pochi punti una previsione puntuale: sarà così alla prossima primavera e al prossimo autunno.
Sarà inevitabilmente così: le piogge arriveranno violente e concentrate e noi italiani a guardarci in faccia e a constatare che, sì, effettivamente le piogge sembrano cambiate, ma magari dipenderà dalle macchie solari o dai raggi cosmici. Quanto vorrei che fossero indicati al pubblico ludibrio quegli pseudo scienziati che ammanniscono sicurezza sulla imprevedibilità del clima, quando i suoi effetti sono prevedibilissimi, e sul fatto che fosse già successo nei secoli scorsi. Nel passato non pioveva in modo così concentrato, ma pure se lo avesse fatto, c’erano meno case e uomini esposti. La differenza oggi la fanno gli uomini che creano il rischio anche dove prima non c’era. Solo che a New York si fanno da parte e rispettano l’uragano, mentre in Italia continuano a fare finta di niente.
Cultura di base tra l’uragano Sandy e l’Italia
Condividi su
Iscriviti alla
newsletter
di Consumatori
Ricevi ogni mese via mail la rivista digitale e le notizie più interessanti