Con 31 milioni di utenti, Facebook è di gran lunga il social network più usato in Italia e certamente quello in cui le persone tendono a passare più tempo: secondo Nielsen-Audiweb, gli utenti italiani in media ci spendono 10 ore ogni mese e lo controllano 14 volte al giorno.
Ma nonostante tutto il tempo che stiamo su Facebook, non potremmo mai vedere ogni singolo aggiornamento pubblicato dai nostri amici o dalle pagine che seguiamo: si tratta di un numero potenzialmente enorme di post.
È l’algoritmo di Facebook che sceglie per noi cosa mostrarci e cosa no, valutando moltissimi fattori che possiamo raggruppare in tre macro-criteri: affinità, peso e attualità.
L’affinità individuale è l’interesse che mostriamo per una fonte di notizie o un certo tipo di contenuti. Più spesso interagiamo coi post di una pagina o una persona, più spesso Facebook ci mostrerà i suoi aggiornamenti; se mostriamo più interesse, ad esempio, per i video, Facebook ci mostrerà più video che altri tipi di contenuto.
Il peso è una valutazione più oggettiva, basata su tutte le interazioni che un post ha generato: commenti, like, condivisioni, ma anche semplicemente il fatto che qualcuno apra l’ingrandimento di un’immagine o faccia clic su un link. Più un aggiornamento suscita interesse, più spesso Facebook lo farà vedere anche a chi non l’ha ancora considerato.
L’attualità è un criterio temporale: i post recenti e quelli che continuano a generare interazioni restano visibili in cima al feed, quelli che da un po’ di tempo non sono considerati da nessuno scompaiono.
L’obiettivo dell’algoritmo è di mostrarci un mix di contenuti che ci invogli a guardare, leggere, lasciare reazioni e commenti e magari ricondividere, ma la sua logica tende a chiuderci nella cosiddetta “bolla informativa”: vediamo sempre i nostri contenuti preferiti, ci confermiamo nelle nostre opinioni e tendiamo a ignorare i punti di vista lontani dal nostro. La bolla viene incrinata solo quando qualche notizia ha un peso tanto importante da venir mostrata comunque a tutti, o quando siamo noi a combattere la nostra pigrizia mentale per confrontarci con chi ha opinioni o stili di vita diversi.
I contenuti sponsorizzati Una parte di quel che vediamo dentro a Facebook sta lì perché un inserzionista ha pagato per mostrarla proprio a noi. Facebook limita il numero di post sponsorizzati, consapevole del fatto che non siamo lì per vedere pubblicità ma per farci gli affari dei nostri amici, ma uno o due post sponsorizzati per sessione sono quelli che “pagano il conto”. Se vuoi capire perché vedi un contenuto sponsorizzato fai clic in alto a destra sul post e, dal menù che si apre, scegli la voce “perché vedo questo annuncio?”. Scoprirai quali caratteristiche (età, interessi, comportamenti) interessavano agli inserzionisti.
Ricordi, anniversari, celebrazioni Ormai non passa giorno senza che Facebook ci mostri qualche ricordo degli anni passati o ci suggerisca di celebrare una ricorrenza o l’anniversario del giorno in cui abbiamo stretto un’amicizia. Sono tutte esche che fanno leva sulla nostra umanissima voglia di sentirci parte di una rete di affetti, ci fanno pensare ai momenti e alle persone importanti della nostra vita, suscitano reazioni e influenzano il nostro umore. L’effetto collaterale è che… ci invogliano a passare sempre più tempo su Facebook! Teniamone conto e ricordiamoci che è importante saper staccare al momento giusto, sia per fare qualche esperienza “dal vivo” sia per restare da soli con noi stessi.
Facebook spiegato da Facebook Se vuoi saperne di più, leggi la guida in cui lo stesso Facebook spiega in modo chiaro i criteri con cui sceglie cosa mostrarti e cosa no, e anche come puoi condizionare il contenuto del tuo newsfeed – ad esempio scegliendo di nascondere qualcosa o qualcuno. http://bit.ly/FBcomefunziona