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Con podcast e audio, contenuti digitali a portata di orecchie

l social-fenomeno esploso fra il 2020 e il 2021 è stato indubbiamente Clubhouse, piattaforma social basata su conversazioni vocali in diretta; accessibile solo su invito e lanciata in un primo momento esclusivamente per i sistemi Apple, se ne è parlato e scritto per mesi – prima negli USA e in seguito da noi – come “il posto dove essere presenti”, per condurre o semplicemente ascoltare conversazioni interessanti. Quando qualcuno lancia un’idea che cattura la curiosità di molti utenti, passato il momento iniziale, in cui l’outsider sfrutta il vantaggio di averci pensato per primo, arrivano le grandi piattaforme a offrire funzionalità simili. Era successo per i contenuti effimeri di Snapchat, copiati e riproposti come stories prima su Instagram e poi su Facebook; allo stesso modo, le stanze di conversazione di Clubhouse hanno spinto Twitter a lanciare Spaces, una funzione del tutto simile, e Facebook ha annunciato per l’estate l’arrivo delle Live Audio Rooms.

Certo, dopo un anno abbondante passato in videochiamate con amici e colleghi, probabilmente non ne possiamo più di stare seduti davanti a un monitor o fissare lo schermo dello smartphone: i contenuti audio hanno il grande vantaggio di poter essere fruiti anche mentre ci muoviamo o facciamo altro, come già sapeva mia madre che, quarant’anni fa, cuciva in casa ascoltando la radio – mica avrebbe potuto farlo guardando la televisione! Così anche l’offerta di audiolibri e podcast è aumentata a dismisura: le piattaforme come Audible (di Amazon) e Storytel propongono sia classici che nuove uscite, combattendosi l’una con l’altra a suon di esclusive: non solo romanzi e saggi, ma anche podcast, serie originali e veri e propri audiodrammi, alcuni dei quali poi diventano serie video. Anche molti giornali online offrono la versione audio degli articoli più importanti, e ultimamente molte delle newsletter che ricevo si possono anche ascoltare: un modo per accontentare (o rincorrere) chi è stanco di leggere o si trova più a suo agio così.

Insomma, chiunque produce contenuti sa bene che ormai il nostro problema più grande è filtrare, scegliere, decidere cosa NON leggere, cosa NON guardare, cosa NON ascoltare. Forse la risposta non sta nell’inventare nuovi formati combattendo per conquistare gli ultimi ritagli di tempo e attenzione, ma nel cominciare a chiedersi cosa veramente vale la pena di raccontare, senza alzare troppo la voce.

Un podcast per saperne di più Su un tema come social e podcast non poteva mancare un approfondimento in modalità audio: ne parla Gianluca Diegoli, intervistato da Enrico Pagliarini su Radio24 (se vuoi saltare subito all’argomento, vai alla posizione 18’48”, ma tutta la puntata è molto interessante): alebego.li/socialaudio

Per le chat vocali di gruppo c’è Discord Se hai a che fare con adolescenti, probabilmente conosci almeno di nome Discord, piattaforma nota soprattutto fra gli appassionati di videogiochi, che permette di gestire chat, chat vocali e videochiamate. Negli ultimi mesi è diventata popolare anche al di fuori del mondo dei gamer (i giocatori online), per la possibilità di organizzare in modo elegante lezioni, gruppi di discussione, riunioni. Anche qui, la caratteristica vincente è potere estendere il più possibile le opzioni di uso, seguendoci in ogni momento e situazione.
Di Discord e della sua evoluzione, anche in ottica business, parla un articolo de il Post: f

Tag: podcast, discord, audio

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