I Centri ospedalieri di dietologia e i tanti ”nutrizionisti” non medici legittimati (ma non tutti!) a prescrivere diete, sanno bene, dalla lista degli appuntamenti, che nell’anno si succedono due picchi di affollamento: in primavera e al rientro dalle ferie estive.
L’entusiasmo, talvolta irresponsabile, verso qualsiasi presunta “innovazione dietetica” è poi la molla che riaccende la voglia di riprovare a dimagrire. Magari, con l’illusione di ottenere risultati stabili con diete punitive (perciò alla lunga insostenibili!), pur di non sottoporsi a un cambio dello stile di vita che riproponga ogni giorno anche un minimo di attività fisica con i conseguenti benefici sulla bilancia energetica.
Al pari delle sorti del Paese si è passati in questo caso dalla “inflazione” delle tentazioni gastronomiche alla ancor più pericolosa “deflazione” di qualsiasi forma di spesa energetica, così da avviare un deperimento invece del riequilibrio tra la massa grassa e quella magra del proprio corpo.
Perciò, attenzione alle proposte diseducative di chi vuole lucrare sull’obesità con l’esca del dimagrimento rapido, all’insegna del “tutto e subito”, tipica dei nostri giorni. Al riguardo, un apposito gruppo di studio dell’O.M.S., preoccupato dei pericoli dell’obesità, ma anche degli errori e della superficialità con cui certi improvvisatori pretendono di curarla, ha formulato dei consigli per i troppo ingenui.
La tipologia del messaggio adescatore si basa sulla perdita di peso facile, magari con cibi light e integratori per controbilanciare qualche proibizione sugli alimenti più temuti, come pasta e formaggi. I vantaggi sarebbero da riferire a procedimenti miracolosi ed esclusivi, “documentati” da fotografie di prima e dopo la cura, magari con le dichiarazioni dei “clienti” soddisfatti.
In genere, la preferenza va alle diete iperproteiche con meno di mille calorie (perciò chetogene e alla lunga dannose per fegato e reni), accompagnate talvolta da farmaci non registrati dal Ministero della Salute. Non mancano “erbe” e tisane di ogni genere; orientamenti mistici o fantasiosi con riferimenti a proprietà particolari di alimenti o “combinazioni” di cibi; problemi allergici o di incompatibilità; suggerimenti per reperire i prodotti tramite Internet.
Se queste critiche dovessero sembrare allarmistiche basterà riflettere su un resoconto dell’Institute of the National Academy of Sciences: “la nostra definizione di un successo a lungo termine nella perdita di peso è quella di un decremento di almeno il 5% (in pratica dal 5% al 15% del peso reale) ed il riuscire a mantenere tale perdita per almeno un anno”. Come non chiedersi, allora, se è possibile che degli sconosciuti, per lo più auto-referenziati, promettano di far perdere a chiunque, senza fatica e senza danni, il doppio o il triplo di quanto propongono i veri referenti scientifici.
ottobre 2014