L’idea di una mobilità sostenibile e indipendente dai combustibili fossili mi è sempre frullata in testa, e da quando ho ricoperto il mio tetto di pannelli fotovoltaici la possibilità di alimentare un’auto elettrica con energia pulita è diventata realtà. Così a fine 2011 ho acquistato una Peugeot Ion. Piccola utilitaria tutta elettrica, perfetta per i tragitti casa-stazione o casa-ufficio. Oggi a quasi sette anni di utilizzo e settantamila km percorsi posso dire di essere soddisfatto di questa scelta. Certamente pionieristica e con alcuni limiti, ma ne ho avuto più vantaggi che svantaggi.

Cominciamo da questi ultimi: percorrenza media per carica di un centinaio di km, ancora pochini su percorsi extraurbani, poche colonnine di ricarica sul territorio, prezzo d’acquisto ancora troppo elevato, limitazioni d’uso in periodo invernale, ovvero difficoltà nel riscaldamento dell’abitacolo e sbrinamento parabrezza a causa dell’eccessivo consumo di elettricità che va in competizione con il chilometraggio. Se vuoi arrivare a destinazione devi adattarti a mettere guanti e berretto, oppure se vuoi il comfort devi accettare una riduzione di percorrenza. Tutti problemi di gioventù che saranno risolti con una produzione di massa. Ma con un po’ di attenzione e qualche calcoletto preliminare, a piedi non ci sono rimasto mai. Ed è questa la novità dell’auto elettrica: avendo poca autonomia, si guida con la testa e non con i piedi.

Pur avendo eccezionali doti di ripresa e di velocità, si impara subito che ogni azione impulsiva e non ponderata ha un prezzo termodinamico che dissipa energia preziosa, mentre dosare le accelerazioni, rallentare gradualmente sfruttando fino all’ultimo la ricarica in decelerazione senza quasi mai azionare i freni, prevedere con largo anticipo le manovre, ottimizza la durata della carica e rende la guida molto più attenta e sicura. Non è vero che la silenziosità del motore è un pericolo per pedoni e ciclisti: la responsabilità è sempre di chi guida e si diventa molto più prudenti e reattivi senza delegare ad altri il compito di accorgersi del nostro arrivo (peraltro ci sono anche i non udenti o i giovani con le cuffiette che non sentirebbero nemmeno una Ferrari…). L’auto elettrica è rilassante per l’assenza di vibrazioni e rumori, per la fluidità della dinamica, in grado di procedere in salita a passo d’uomo o di scattare guizzante in un sorpasso.

Molto si è detto sulla sostenibilità ambientale del propulsore elettrico secondo alcuni studi non così differente da quelli termici: certamente se per caricare le batterie si usa la corrente prodotta da una vecchia centrale a carbone, non cambia granché, si sposta solo l’inquinamento altrove. Ma se si utilizza corrente prodotta da fonti rinnovabili come idroelettrico, eolico o solare, allora il bilancio ambientale diventa favorevole. E’ vero che le batterie sono costruite con elementi pregiati come litio e cobalto, ma a fine vita sono riciclabili. Invece non ha bisogno di olio lubrificante e usura meno freni e pneumatici. Personalmente carico l’auto quasi sempre con l’energia dei miei pannelli fotovoltaici, e la sensazione più bella che mi ha regalato in questi anni è stata quella di muoversi gratis e senza fumo grazie al sole!

Tag: Automobile, auto elettrica, energie rinnovabili

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2 Commenti. Nuovo commento

  • Enrico vellani
    12 Maggio, 2018 6:35 pm

    Dott,Mercalli lei dice che carica le batterie con il suo fotovoltaico bene ma come fa di sera con l’oscurita’ forse dispone di un accumulo con un inverter perche la macchina dispone del suo dispositivo C/A–D/C ma la corrente alternata le lo sa meglio di me non è accumulabile Grazie la saluto cordialmente enrico

    Rispondi
  • Marco Faggioli
    9 Maggio, 2018 8:33 am

    Bravo Luca
    hai scritto quello che avrei voluto dire io.

    Rispondi

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