Probabilmente sarà il sole a salvare il mondo. Ci eroga energia da miliardi di anni, senza mai emettere una bolletta d’acconto, e continuerà a rifornirci a gratis anche in futuro. Anche quando il petrolio sarà finito. Un po’ perché spesso invece che metterlo nel serbatoio noi lo versiamo in mare, un po’ perché l’oro nero è una risorsa limitata. Il sole invece no. Noi terrestri stiamo imparando ad usarlo bene solo ora, con qualche anno di ritardo. Ma adesso ci siamo. Nella vita di tutti i giorni e sui tetti delle nostre case sono entrati i pannelli solari, quelli che ci danno l’acqua calda – solare termico, dicono i tecnici e l’energia elettrica, il solare fotovoltaico. Questi ultimi costano sempre meno e rendono sempre di più. Un impianto domestico richiede grossomodo 15mila euro di investimento che si ripagano più o meno nei primi dieci anni di attività dell’impianto.
Gli altri dieci e passa sono un guadagno. In riduzione di CO2 per l’ambiente in euro per le tasche del cittadino.
Hanno un difetto i pannelli solari: non sono proprio gli oggetti più belli del mondo. Lunghe lastre scure e lucide, ricordano un po’ la lapide sulla tomba del nonno piuttosto che l’allegria dell’energia gratuita.
Infatti c’è stata qualche polemica per il loro uso sui tetti delle città d’arte. Così quelli del GSE, il Gestore dei Servizi Energetici che eroga i contributi per il Conto Energia, hanno organizzato il primo concorso di bellezza per il fotovoltaico. Loro lo hanno chiamato Premio Tecnologie solari e qualità del progetto: l’integrazione del fotovoltaico in architettura, ma il concetto è quello.
La giuria, uomini del GSE e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha decretato che Miss Fotovoltaico Italia 2010 è una piccola residenza turistica a San Martino in Badia (Bz): bella tondeggiante, forme prosperose ma non troppo, armoniosa integrazione dell’impianto fotovoltaico nella geometria a spirale. Vetro temperato che si sposa con il legno. Ottima l’integrazione con il paesaggio di boschi circostante, siamo in un complesso sciistico, e novemila kW all’anno di energia elettrica prodotta.
Seconda Miss: casa Biopassiva a Pordenone. Un’abitazione privata a ridosso del Parco del Noncello. Piccola potenza d’impianto ma significativo ed elegante inserimento dei pannelli fotovoltaici nel pergolato. In più orientamento solare, schermi solari, fonti rinnovabili, recupero acqua piovana, terra cruda, materiali naturali. Bella dimostrazione della possibilità di fare architettura rispettando l’ambiente, alla faccia delle brutte villette a schiera.
Terza Miss: uffici della Camera di Commercio di Taranto. Un sistema di pannelli che caratterizzano tutta la volumetria dell’edificio, migliorandola. La giuria parla di un ampliamento della potenzialità espressiva del fotovoltaico, con i moduli particolarmente ben integrati al disegno e al materiale dell’involucro edilizio. Crediamo voglia dire che è proprio una gran bella gnocca di palazzina con i pannelli. Perché è la bellezza che salverà il mondo.
Massimo Cirri e Filippo Solibello