Natale è la festa più importante. Per i credenti, per i negozianti, per i parenti che si incontrano solo una volta all’anno – per Natale, appunto – e non si sopportano per il resto dell’anno e neppure per Natale. Lo è per i figli che tornano da lontano e per le mamme che li aspettano con l’ansia che li mangia dentro: «Avrò preparato abbastanza da mangiare? 60 capesante gratinate basteranno per 5?». Natale è importante per quelli che il Natale un po’ lo soffrono: perché è una corsa troppo lunga che comincia a metà settembre quando sei ancora in ciabatte infradito ma in giro compaiono i panettoni; perché aumenta il sentimento di solitudine con quell’invito a non essere soli e quello di infelicità con la continua esortazione a essere felici. E poi per la retorica: ci sono persone che dopo aver sentito 40 volte l’espressione “La magia del Natale” – ed è il 3 dicembre – sviluppano un’orticaria da stress che sarebbe bene far vedere in Pronto Soccorso.
Ma al Pronto Soccorso è meglio andarci con cautela. C’è una pandemia che l’umanità non ha mai attraversato da cento anni a questa parte e sarà un po’ diverso anche questo Natale. Restano i regali, un modo per dire la gratitudine.
E allora qualche pensiero di regali per questo strano Natale 2020: regali e pensieri per quelli del Pronto Soccorso. E per medici, infermieri e tutti quelli del Servizio Sanitario Nazionale. Che guadagnano meno di quanto sarebbe giusto, che stanno vicino a chi sta male e questo costa una fatica che non ci immaginiamo, che sono passati da essere protagonisti di episodi di malasanità ad essere eroi a qualcos’altro che ancora non si sa. Ma continuano a lavorare.
Regali e pensieri per tutti quelli dei supermercati e dei negozi. Quelli che trasportano le cose, quelli che le mettono sugli scaffali e ti dicono dove le trovi. Regali alle cassiere che durante il primo lokdown, quello pesante, sopportavano chi andava al supermercato per comprare un pacco di biscotti e poi tornava a prendere due buste di insalata. E loro lo sapevano che era solo un modo per uscire di casa e sopportavano. Dicevano:«La busta non le serve, vero?», giusto per far capire che avevano capito.
Regali e pensieri per tutti quelli che in questi tempi d’emergenza hanno avuto idee, fatto cambiamenti e fatti alla svelta. Vengono in mente Renato Favero, il medico che ha pensato di trasformare una maschera da sub in un casco da ossigeno e Cristian Fracassi, l’ingegnere che l’ha realizzato, ma ce ne sono tanti altri.
Regali e pensieri per tutti quelli che hanno protetto le persone anziane, le più fragili. Operatori delle Rsa che si sono chiusi dentro, per settimane, con i loro ospiti per non far entrare il virus e nipoti che hanno istruito i nonni all’uso di Zoom e altre diavolerie da videocomunicazione. «Lo schermo è tutto nero, nonno? Hai provato ad accenderlo?».
Regali e pensieri per tutti quelli che hanno fatto qualcosa per gli altri. A molti di loro ha detto grazie il presidente Mattarella, facendo Cavalieri della Repubblica alcuni cittadini che si sono distinti nel servizio alla comunità. Allora un regalo e un pensiero a Sergio Mattarella per quello che rappresenta, per come lo fa e per quel bellissimo ciuffo di capelli fuori posto. Auguri, ce n’è bisogno.