Nell’ultimo anno si è parlato molto della dieta mima-digiuno, ed in generale dell’utilità o meno del digiuno come tecnica per migliorare la propria salute, prevenire malattie croniche degenerative come il diabete, o addirittura aumentare l’aspettativa di vita. È importante premettere che la qualità della ricerca scientifica sul tema è elevata: da un decennio circa vengono pubblicati i risultati sulle migliori riviste scientifiche (ultimo articolo è stato pubblicato su Science). Non tutti sono concordi nel sottolineare i potenziali effetti positivi del digiuno e il dibattito scientifico rimane aperto: alcuni tra gli opinion leader italiani, come il prof. Giuseppe Remuzzi (Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”) o il prof. Umberto Veronesi, hanno pubblicato articoli o libri divulgativi per sottolinearne i potenziali effetti benefici; altri come il dr. Riccardo Della Grave (Associazione italiana disturbi dell’alimentazione e del peso) o il prof. Enzo Spisni (docente di Fisiologia della nutrizione all’Università di Bologna) sottolineano rispettivamente la possibilità che il mima-digiuno possa essere un fattore di rischio per lo sviluppo dei disturbi dell’alimentazione oppure che rappresenti una scorciatoia di pochi giorni in cui si dimentica il concetto di educazione alimentare.
Il prof. Luigi Fontana (Università di Brescia e Washington University) è uno dei maggiori esperti al mondo sulla restrizione calorica ed i suoi articoli ne chiariscono i vantaggi sulla salute; per quanto riguarda la forma più drastica della restrizione calorica, ovvero il digiuno, diversi gruppi di ricerca stanno portando avanti lavori che riguardano la restrizione temporale dell’alimentazione (ad esempio 12 ore di digiuno), il digiuno intermittente (ad esempio 2 giorni non consecutivi di digiuno la settimana), il digiuno breve (meno di 3 giorni consecutivi) ed il digiuno prolungato (3 o più giorni consecutivi). Tra le forme di digiuno prolungato vi è il mima-digiuno, studiata presso la University of South California dal prof. Walter Longo, ovvero 5 giorni di dieta in cui si mimano le condizioni metaboliche che avvengono durante il digiuno. Ciò non prevede l’astensione totale dal cibo ma una drastica riduzione dell’apporto calorico, una buona dose di lipidi, l’assenza di alimenti di origine animale e, cosa che la differenzia rispetto a molte diete commerciali, la significativa riduzione dell’apporto proteico.
Durante la dieta si ricreano le condizioni metaboliche che gli uomini hanno vissuto quando il cibo non era così abbondante, durante momenti di carestia, guerre oppure quando il cacciatore non riusciva a catturare la sua preda. Evolutivamente sopportare bene la carenza di alimenti era protettivo mentre oggi risulta poco utile; ricreare queste condizioni ha mostrato una riduzione di diversi fattori di rischio associati allo sviluppo di malattie legate all’invecchiamento non solo in studi su modello animale, ma anche in studi sull’uomo pubblicati ad inizio 2017. È corretto ricordare che vi è un brevetto ed una società commerciale che vende in molti paesi il kit con cui fare tale dieta, tuttavia le pubblicazioni scientifiche rendono per l’appunto “pubbliche” le caratteristiche tecniche della dieta stessa, dunque il medico è libero di ricrearla e prescriverla con le necessarie cautele: in pazienti che hanno controindicazioni questa dieta può avere conseguenze anche gravissime.