Dalle pagine dell’Informatore dei nostri “cugini” di Firenze rubiamo questa bella ricetta della gastronomia toscana – trascritta da Leonardo Romanelli – totalmente in linea con i principi fondamentali della cucina come piace a noi: stagionalità, riciclo e tradizione.
L’esempio più evidente del concetto di attenzione agli sprechi è infatti quello della panzanella, detta anche “pan molle”: il riutilizzo del pane raffermo avviene grazie all’acqua che, bagnandolo, lo rende nuovamente morbido e gradevole da consumare. Nella versione originaria, il pane veniva tagliato a fette e semplicemente inumidito, poi coperto in superficie di cipolla fresca tagliata a fettine, e condito con sale, pepe, aceto, basilico fresco e olio extravergine di oliva; l’aggiunta di cetrioli e pomodori è considerata una variante nata quando si è cominciato a sbriciolare il pane, più facile così da condire: obbligatoria la presenza di aceto di vino, che rende appetitosa la ricetta.
Oggi è un antipasto ma, in realtà, lo si potrebbe considerare un piatto unico, perfetto per tavolate di cene estive con amici, meno noioso di una insalata di riso. Fra le aggiunte più frequenti, che certo non soddisfano i puristi del gusto, è il sedano, senza valutare vere e proprie aberrazioni culinarie, nelle quali trovano posto carote, sottaceti, per non parlare del tonno.
Ingredienti per 6 persone: 500 g di pane toscano raffermo, 20 foglie di basilico, 3 pomodori maturi, 1 cipolla rossa, 1 cetriolo, 6 cl di aceto di vino (3 cucchiai), sale fino, pepe nero, olio extravergine di oliva.
Tagliare la cipolla a fette sottili e metterla a bagno per un’ora in acqua e poco aceto per farle perdere il sapore troppo acre. Sbucciare il cetriolo, tagliarlo e fette sottili, salarlo leggermente e far riposare. Lavare le foglie di basilico e asciugarle. Privare i pomodori dei semi, quindi tagliarli a cubetti. Ammollare il pane nell’acqua dopo averlo tagliato a fette, strizzarlo e metterlo in una zuppiera; unire gli ingredienti già preparati, quindi insaporire con sale, pepe e olio. Mettere in frigorifero per almeno un’ora; assaggiarla prima di servirla, aggiustando di sapore, se occorre.
fonte: Unicoopfirenze