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Zucchi (Coop Italia): “I tanti motivi per cui Coop sostiene questo progetto”

Coop, tanti motivi per sostenere questo progetto
Zucchi: "Ecco i nostri impegni per una sana alimentazione"

Come Coop Italia siamo stati bel lieti di contribuire a questo progetto della Fondazione italiana diabete – spiega il direttore qualità di Coop Italia, Maurizio Zucchi. Questo perché lo stretto collegamento fra alimentazione e salute è già da diversi anni al centro della nostra attenzione. Per l’occasione la nostra collaborazione si è concentrata su due aspetti.
Nella fase di costruzione della guida abbiamo coinvolto ben 900 aziende nostre fornitrici che hanno messo a disposizione i dati sui parametri nutrizionali dei loro prodotti. E questi dati hanno rappresentato un aiuto prezioso per chi ha poi lavorato alla stesura della guida. Dopo questa prima fase, ora il nostro contributo si sposta sui punti vendita e quindi nel favorire il contatto diretto con i cittadini.Il volume sarà infattidisponibile in tutti i punti vendita Coop a un prezzo scontato del 15%.
Più in generale, sul tema dell’attenzione di Coop a una corretta alimentazione oltre alla campagna del Ministero “Guadagnare salute”, cui Coop aderisce, vale la pena ricordare anche solo alcuni titoli che definiscono gli ambiti su cui siamo intervenuti concretamente. Si va da diversi interventi sulla formulazione dei prodotti a marchio, con l’eliminazione dei grassi idrogenati e la riduzione di quelli tropicali. Abbiamo poi operato sul contenimento del consumo di sale, specie nel campo degli alimenti per la prima infanzia. Ma abbiamo anche tre tipi di pane col 20% di sale in meno e un prosciutto a ridotto contenuto di sodio. Sulle nostre etichette abbiamo  introdotto l’indicazione della percentuale di consumo giornaliero rispetto ai vari parametri (calorie, grassi, grassi saturi, zuccheri, sodio) per  porzione.
Ci sono poi state diverse campagne che abbiamo promosso o a cui abbiamo aderito, con una attenzione particolare all’infanzia, costituendo un comitato scientifico composto da rappresentanti della Società italiana dell’obesità e dell’European childhood obesity group. Da qui, tra le altre cose, è scaturita la linea di prodotti del Club 4-10, che oggi vanta 24 referenze, tra cui le merendine che hanno la più alta percentuale di frutta e di fibre e che contribuiscono ad abbassare l’indice glicemico.
A tutto questo si unisce l’attività ormai trentennale, di educazione al consumo consapevole, svolta nelle scuole col patrocinio del Ministero. Ogni anno oltre 200.000 studenti partecipano a questi corsi, con 10.000 classi coinvolte.

Una malattia di cui soffre il 4,9% degli italiani 
Il diabete sta diventando una vera e propria malattia sociale. Nel 2002 ne soffriva il 3,9% degli italiani, nel 2010 si è arrivati al 4,9%. Secondo l’associazione Diabete Italia, se si considera  il milione di persone che secondo le stime ufficiali hanno il diabete senza saperlo, la percentuale arriva al 6%. In particolare, ricorda l’associazione, 3 milioni di italiani hanno il diabete di tipo 2, un milione è colpito dalla malattia ma non lo sa, e 2,6 milioni di persone hanno difficoltà a mantenere la glicemia nella norma, condizione che prelude quasi sempre allo sviluppo del diabete di tipo 2. A questi numeri devono essere aggiunte circa 300mila persone affette da diabete di tipo 1, detto anche diabete giovanile.
Nel corso del decennio, inoltre, è cambiata la geografia del diabete che si è spostato verso le regioni meridionali. Stando ai dati di Diabete Italia, nel 2002 il 4,2% dei residenti al sud soffriva di diabete, mentre nel 2010 la percentuale è salita al 5,8%. Questa patologia costa al nostro Sistema sanitario circa 10 miliardi di euro l’anno. Secondo la Società italiana di diabetologia, sulla spesa annua per ogni paziente diabetico, precisano gli esperti, circa 1.600 euro derivano dai costi per i ricoveri, che sono l’80% in più rispetto alla popolazione non diabetica. Il secondo capitolo della spesa, è invece rappresentato dai farmaci: solo quelli per curare le patologie collegate al diabete, come quelle cardiovascolari, fanno registrare una spesa di oltre 600 euro pro capite l’anno.   

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