Il 31 marzo 2015 è scaduto il regime delle quote latte che, soprattutto in Italia, tante polemiche ha sollevato. Il sistema è stato per anni al centro di scontri, tra multe e proroghe. Ma di cosa si tratta esattamente? Il sistema è stato introdotto a livello europeo nel 1984, per evitare che la produzione di latte diventasse eccessiva con un conseguente crollo dei prezzi. Si decise, pertanto, di fissare delle soglie annue da non superare, se non al prezzo di multe salatissime per chi avesse sforato. Per gli allevatori di ogni paese il limite fu fissato in base alle quantità commercializzate. Così l’Italia ha pagato all’Europa, negli anni, 4,5 miliardi di euro perché alcuni agricoltori hanno sforato rispetto al tetto assegnato.
Le sanzioni, però, sono sempre state saldate dallo Stato, quindi con denaro pubblico e non dagli allevatori come, invece, è richiesto dall’Unione europea. Un meccanismo che ha dunque penalizzato gli allevatori che hanno sempre rispettato le regole, favorendo chi ha venduto di più, ma si è visto annullare le multe con l’intervento dello Stato. Giusto o sbagliato che sia, il sistema delle quote latte ha, fino ad oggi, esercitato una sorta di forza regolatrice sulla produzione e vendita di latte, riducendo le oscillazioni di prezzo.
Ma vediamo cosa cambierà. Tra i punti fondamentali vi è la definizione di regole contrattuali, con accordi scritti tra produttori di latte e trasformatori e possibilità di negoziare collettivamente le condizioni contrattuali attraverso le organizzazioni dei produttori. Infine, cosa importante, una programmazione nell’offerta dei formaggi Dop e Igp che in Italia da soli rappresentano l’80% della produzione.
A tal proposito va ricordato che l’Italia non è autosufficiente per quanto riguarda la produzione di latte, ed ogni anno importa oltre il 50% del proprio fabbisogno. Come Coop comprendiamo le preoccupazioni presenti nel mondo agricolo per la forte turbolenza dei prezzi di mercato (derivante dal passaggio alle nuove norme) e non condividiamo politiche aggressive di acquisto che mirano solo al prezzo più basso. Non crediamo infatti che garantire la convenienza dei prodotti venduti ai nostri 8 milioni di soci-consumatori passi da operazioni che possano contribuire a distruggere il patrimonio produttivo del nostro Paese.
Crediamo che la ricerca di convenienza non debba mettere a rischio la qualità o addirittura la sicurezza dei prodotti. Il latte fresco a marchio Coop proviene tutto da allevamenti italiani, le mucche hanno un’alimentazione controllata, tutta la filiera è tracciata (con precisa conoscenza dei 38 allevamenti e i 10 mangimifici coinvolti), sottoposta a controlli particolarmente rigorosi e con un sistema di garanzie certificato. Coop è la prima e finora unica catena a garantire una produzione priva di Ogm. Per avere questa qualità garantisce ai produttori 0,41 euro al litro del latte alla stalla; a fronte di parametri chimico-fisici e microbiologici particolarmente buoni è previsto un ulteriore premio per gli allevatori più bravi, che porta a riconoscere fino a 0,45 euro al litro. In sostanza a fronte della qualità si riconosce un prezzo ai produttori di latte superiore fino al 20% rispetto al mercato.
Quello che Coop riconosce ai produttori, in più rispetto a quanto pagato da molti concorrenti, non implica prezzi di vendita più alti perché sui prodotti di base per le famiglie conteniamo i margini. Il prezzo di vendita per il latte a marchio Coop che include controlli e garanzie superiori è fortemente conveniente a favore dei consumatori e dei soci perché questa è la missione di Coop. Coop crede da sempre nel valore dell’agroalimentare italiano: è la più grande catena distributiva del paese con storiche e forti collaborazioni con allevatori, agricoltori e aziende alimentari grandi e piccole. Nel complesso Coop commercializza 80.000 tonnellate di latte fresco italiano. I consumatori chiedono convenienza ma anche qualità, sicurezza, eticità delle produzioni. Coop crede che le giuste richieste del mondo produttivo si debbano conciliare con quelle altrettanto giuste dei consumatori; la nostra esperienza ci dice che questo è possibile.