L’Amazzonia è il polmone verde per definizione e occupa dimensioni di tutto rispetto, oltre 7 milioni di km quadrati che toccano nove paesi del Sud America. Un serbatoio di biodiversità per eccellenza. Secondo un report del Wwf, negli ultimi quattro anni sono state scoperte oltre 440 nuove specie, tra animali e piante, senza contare insetti e invertebrati. Nessun’altra parte del mondo vanta tanta ricchezza, eppure la deforestazione distrugge l’equivalente di tre campi da calcio al minuto. Così, se da una parte si scoprono nuove specie, dall’altra, secondo il biologo Edward Wilson dell’università di Harvard ogni giorno se ne estinguono 74, tra animali e vegetali. Migliaia all’anno. L’80% della deforestazione è causata dagli allevamenti di bestiame, il resto dalla coltivazione della soia e dei biocombustibili. Si tratta di paesi in crescita economica, ma che applicano modelli di sviluppo non sostenibili. Tutto questo sta creando un danno irreparabile. È ora di prendere delle misure drastiche.
Coop è in prima linea nella difesa dell’ambiente e lo fa concretamente sostenendo la vendita di frutta secca che nasce spontaneamente proprio in Amazzonia. L’acquisto dei prodotti Solidal contribuisce a dare un lavoro dignitoso e continuativo ai nuclei familiari che abitano la foresta. Il reinvestimento degli utili, concordato con i produttori, sostiene e promuove l’accesso ai servizi sociali, a quelli sanitari e all’istruzione.
Il marchio Fairtrade garantisce che il prodotto è stato certificato secondo gli standard internazionali del commercio equo e solidale. Un approccio etico che non tralascia la qualità delle materie prime che sono soggette a una serie di controlli rigorosi fin dall’origine.
Meglio preservare la foresta che distruggerla, lo aveva intuito in tempi lontani Chico Mendes, una persona semplice, analfabeta, che di professione faceva il seringueiro, cioè raccoglieva il caucciù dall’albero della gomma nella foresta dell’Acre in Brasile. Una risorsa che a cavallo tra ‘800 e ‘900 ha spostato centinaia di migliaia di persone in tutto il paese. Chico ha lottato tra il 1970 e la fine degli anni ’80 contro la distruzione della foresta per esportare legname pregiato, costruire strade e fare spazio ai pascoli. Alle sue occupazioni pacifiche, chiamate empates (letteralmente in portoghese blocco), a cui prendono parte anche donne e bambini, i proprietari terrieri reagiscono con la violenza. Il silenzio del governo è complice. Chico impara da adulto a leggere e a scrivere e diventa un personaggio noto a livello internazionale. Troppo scomodo: viene ucciso nella sua casa a Xapuri, davanti ai figli, il 22 dicembre 1988. La notizia della sua morte fa il giro del mondo, Chico diventa il simbolo di questa lotta e una riserva di un milione di ettari oggi porta il suo nome. Ma è un dovere ricordare che oltre 1500 persone tra indios, contadini, religiosi, leader sindacali hanno perso la vita, senza clamore, per la stessa ragione: la difesa di un patrimonio che è di tutti. E lottare per questo è pericoloso ancora oggi, qualcuno, in sordina, continua a rimetterci la vita.
Un gesto semplice, come la scelta di un acquisto, è un gesto forte e significativo, che può fare la differenza.
luglio 2014