Mondo Coop

In cucina si è passati dalla padella alla… pietra

Padella_coop.jpg“Seen on tv”,  visto alla televisione: un logo creato ad hoc per gli attrezzi da cucina “passati” sullo schermo. L’ultima fiera di Francoforte ha dedicato molti dei suoi stand a questa famiglia di attrezzi da cucina che ricevono dai programmi tv (da Masterchef ai canali di televendite) uno straordinario impulso e trascinamento nelle vendite, evidenziato ora dal logo.

Saper distinguere tra il marketing, la moda e la sostanza delle cose è dunque sempre più importante per noi consumatori per capire un prodotto e la sua proposta commerciale. Ad esempio, cosa si nasconde dietro i frequenti cambiamenti (nei materiali ma anche nei colori) che riguardano il mercato delle padelle antiaderenti e quale linea scegliere?

La storia dell’antiaderenza moderna possiamo riassumerla, più o meno, in questi termini.

Da qualche tempo in cucina si  ricercano nuovi materiali, enfatizzati poi dalla tv, con un occhio sempre alla salute – che parlando di cottura significa contenere l’impiego di grassi – e l’altro al portafogli. Da qui il successo di padelle, piastre, tegami, wok, casseruole antiaderenti, un segmento con segno positivo in Coop anche nel periodo peggiore della crisi.

L’antiaderenza è data da un rivestimento in PTFE (politetrafluoroetilene), che è un polimero che ricopre il fondo della padella quasi sempre in alluminio. La differenza in termini di qualità del prodotto la fanno la quantità di alluminio utilizzata, gli strati di vernice coprente e il procedimento tecnico adottato sia per applicarla, sia per renderla difficilmente scalfibile da una comune forchettata. Poi ci sono le finiture, come per un mobile di legno ben trattato.

Nere, bianche o puntinate Queste padelle antiaderenti sono quelle “nere”, le più tradizionali, che pochi anni fa sono state scalzate da quelle “bianche”, in ceramica: fu una piccola rivoluzione poiché la ceramica consentiva di sostituire in toto il PTFE, che è pur sempre un derivato dalla plastica, con un materiale che è anche più duro e resistente nel tempo. Dopo l’iniziale boom, tuttavia, ecco la sorprendente bocciatura. A decretarla le casalinghe italiane, tra le più appassionate ed esigenti, che lamentano performance scadenti della ceramica ai fornelli. Il coefficiente di antiaderenza precipita di colpo ai minimi storici… E così, mentre siamo tuttora in attesa di una riproposta più convincente della rivoluzionaria ceramica, si ritorna un po’ indietro, ma prendendo una strada diversa, quella dello “stone” (la pietra).

Non fatevi incantare dai richiami al “calore” della cottura di un tempo: quello è marketing, bellezza! Nella sostanza assistiamo “tecnicamente” al ritorno del PTFE con il rinforzo di una percentuale (comunque inferiore al 7-8%) di componenti minerali naturali, diluite nella speciale miscela anti-graffio.

Lo “stone” è sul mercato in un’ampia varietà di colorazioni “puntinate”, studiate apposta per ricordare il granito e altre pietre di un certo pregio.

Le tonalità più gettonate, neanche a dirlo, sono le tante sfumature del grigio… Coop, invece, per il suo prodotto a marchio ha scelto il marrone che ricorda la ceramica artigianale di una volta. La “Linea minerale”, apparsa sugli scaffali a gennaio, è la terza linea antiaderente Coop dopo la Classica (basica, con il film rullato sopra) e  la High Tech (più pesante, con il rivestimento spruzzato e verniciato) ed è anche considerata la più evoluta.

Evoluzione più che rivoluzione Di “evoluzione della specie” parla l’esperto di Coop Italia che presiede agli acquisti. Un concetto darwiniano che  al netto delle speculazioni (diffidate delle padelle a prezzi troppo bassi, sono sottili e poco resistenti) significa che non c’è stata una “contro-rivoluzione”. I progressi in questo campo ci sono e sono tangibili, ma più che ai minerali sono dovuti al mix di stratificazioni di vernice e di alluminio che conferiscono maggiore durata e protezione dalle rigature, nel rispetto sempre della convenienza. La durata di una padella, ovviamente, dipende dall’utilizzo che se ne fa e può variare da uno a cinque anni o più.

I consigli? Quelli di sempre: sì alle posate di legno, attenti a forchette e coltelli in acciaio. Non usate paglietta abrasiva, e tanto “sano” olio di gomito…  

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