Nel 1998 Coop è stata la prima azienda in Italia ad aderire allo standard etico volontario SA 8000 per tutelare i diritti dei lavoratori su temi che vanno dalla sicurezza alle discriminazioni, gli stipendi e gli orari di lavoro. Ai fornitori dei prodotti a marchio, a migliaia di subfornitori e ad alcune filiere di prodotti non a marchio nell’ortofrutta, è richiesto di sottoscrivere un codice di comportamento, assumendo impegni basati sui principi degli standard SA 8000, dell’ILO e di Empowerment femminile delle Nazioni Unite. Su questa base vengono poi effettuate verifiche nei luoghi di produzione, che comprendono anche interviste anonime ai lavoratori, contatti con sindacati e associazioni locali.
In caso di non conformità allo standard etico, Coop chiede un immediato piano di miglioramento o, in relazione alla gravità, può anche decidere di escludere dalle forniture le imprese coinvolte.
Questo impegno, negli anni, è stato riconosciuto da molti organismi indipendenti: vediamo i principali.
• 2010 Coop è risultata la migliore catena della grande distribuzione europea per quanto riguarda la responsabilità sociale d’impresa (riconoscimento assegnato dalla Federazione “Consumers International“, che riunisce 220 associazioni di consumatori di 155 nazioni).
• 2013 Altroconsumo ha indicato Coop come la catena con le migliori politiche e la maggiore attenzione nel campo della responsabilità sociale di impresa e massima coerenza fra quanto fatto e quanto dichiarato.
• 2015 Nell’ambito della campagna Filiera Sporca in cui è stata analizzata la produzione delle arance raccolte in Sicilia e Calabria, Coop è stata definita l’operatore più attento alla questione della responsabilità sociale; il primato è stato confermato anche nel 2016, in due diverse indagini di Filiera sporca, per gli agrumi e anche sulla filiera del pomodoro da trasformazione, dove Coop è stata inoltre inserita al primo posto per trasparenza e collaborazione.
• 2015 Dal 2015 Coop ha richiesto gradualmente l’adesione alla Rete del lavoro agricolo di qualità (iniziativa di tre ministeri e dell’INPS) alle oltre 8 mila aziende agricole coinvolte nelle filiere del prodotto ortofrutta a marchio Coop e del pomodoro da industria. A fine 2020 circa un terzo aveva provveduto e di queste la metà ha ottenuto l’iscrizione.
Un risultato significativo, se si pensa che il totale delle aziende agricole che ha richiesto di aderire, in tutte le filiere dell’ortofrutta italiane, è di circa il 14%, per un totale di 1.304 imprese iscritte a fine 2020.
• 2018 Coop è stata citata tra le best practices nel progetto Beaware del Milan Center food law contro lo sfruttamento in agricoltura e nel Rapporto Open Society 2018. Anche il Rapporto “Al giusto prezzo: i diritti umani nelle filiere dei supermercati italiani” di Oxfam Italia – successivo a “Maturi per il cambiamento: porre fine allo sfruttamento nelle filiere dei supermercati” di Oxfam International sullo sfruttamento dei lavoratori nelle filiere agroalimentari – conferma che Coop è la catena più attenta al tema nella distribuzione italiana e, in coerenza con la sua natura cooperativa, ha raggiunto i migliori risultati rispetto alle altre catene esaminate.
• 2019 Oxfam (Oxford committee for Famine Relief, confederazione internazionale di organizzazioni non profit) nella campagna “Al giusto prezzo” mette Coop in testa nella classifica della grande distribuzione italiana, misurando le cinque catene più grandi sui temi della trasparenza, tutele dei lavoratori, sostegno alle piccole imprese e parità di genere.
• 2020 Oxfam, a seguito dei risultati di un anno di campagna “Al giusto prezzo”, conferma Coop, con il rapporto “Diritti a scaffali”, la migliore tra le cinque catene esaminate, con risultati migliorati su tutti gli aspetti. Sul tema delle donne è risultata l’unica a mettere in atto azioni concrete.