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Il naso elettronico non tradisce: l’extravergine Coop è 100% italiano

olio_Coop.jpgNon era extravergine l’olio venduto da una serie di grandi case produttrici, ma era di categoria “2”, ovvero semplice “olio vergine”, meno pregiato e meno costoso. Con questa accusa sostenuta dal pm Raffaele Guariniello, sette aziende olearie di primo piano dovranno rispondere di frode in commercio. Marchi tra i più noti sono finiti, così, sul banco degli imputati in quella che può definirsi un’inchiesta “annunciata”.

Se fosse davvero extravergine tutto l’olio che viene venduto come tale, infatti, regioni come la Toscana, la Liguria o la Puglia dovrebbero avere ben altre superfici coltivabili. In più un’annata produttiva storta ha ridotto le quantità in commercio favorendo operazioni contrarie alla legge come le declassificazioni mascherate.

La buona notizia è che l’olio extravergine Coop “100% italiano” non solo è al riparo da frodi, certificato e sicuro, ma esiste in Coop Italia un “naso elettronico”, il gascromatografo Heracles II, usato per stabilire l’autenticità di un prodotto, che sugli oli è particolarmente affinato.

Al termine di un paio di anni di analisi effettuate nel laboratorio di Coop Italia, i risultati sull’olio extravergine di oliva Coop 100% italiano hanno decretato che è italiano di nome e di fatto. Questo il verdetto del gascromatografo acquistato a metà 2013. In caso di non conformità sarebbero scattati gli approfondimenti: ispezioni, tracciabilità, nuovi controlli, eventualmente il ritiro dagli scaffali. Ma non ce n’è stato bisogno.

Heracles II inoltre si è accorto delle anomalie. Circa il 4% dei 300 campioni di olio “100% italiano” analizzati in un anno, infatti, non ha superato la prova e sono partiti gli approfondimenti: in tutti i casi era olio extravergine non Coop.

Da Martino Barbanera, responsabile del laboratorio analisi di Coop Italia, e Fernando Gottardi, che di Heracles II è l’esperto “addestratore” (nella foto), ci siamo fatti spiegare come si è giunti a questi risultati.

“Dal 2013 ad oggi Heracles è stato addestrato facendogli ‘annusare‘ oli italiani di provenienza certa. Un lavoro enorme di impostazione e validazione scientifica (senza precedenti in Italia, ndr) fatto in collaborazione con le Università di Udine, Bologna e Barcellona. Il gascromatografo Heracles II lavora restituendo l’impronta aromatica di un determinato olio standard, che assieme a un elevato numero di campioni con le stesse caratteristiche va a costruire un modello di riferimento. Con questo modello successivamente vengono confrontati i campioni ‘incogniti‘ per stabilire quanto siano similari statisticamente”.

Ora che i modelli ci sono, le analisi proseguiranno con le loro gambe e saranno estese ai 5 oli regionali dop e igp a marchio Coop (Taggiasca, Toscano, Umbro dei colli Martani, Terre di Bari e Val di Mazara) mentre in parallelo – spiega Sonia Scaramagli, che se ne occupa – “stiamo verificando altri prodotti come il miele, ad alto rischio di frode e falsificazione”.

novembre 2015

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