È una liberalizzazione che, secondo le stime Coop e proprio in virtù della maggiore concorrenza che avrebbe determinato, avrebbe consentito di far risparmiare ai consumatori e alle famiglie italiane 700 milioni di euro. Eppure è una liberalizzazione che anche stavolta non si farà, annunciata e poi cancellata per l’ennesima volta.
Infatti, dopo il governo Monti anche quello Renzi si è arreso alle pressioni e alle lobby. Parliamo dei farmaci di fascia C, quelli per il cui acquisto serve una ricetta medica (ma che sono a carico del paziente). Farmaci che sono e resteranno vendibili solo nelle farmacie tradizionali e non anche nelle parafarmacie, tra cui rientrano pure i 124 corner Coop salute. Si badi che nelle circa 5.000 parafarmacie esistenti (introdotte dalla parziale liberalizzazione varata da Bersani del 2006) lavorano migliaia di farmacisti (solo nei corner Coop salute sono 450) in tutto e per tutto uguali a quelli delle farmacie. Ma per un qualche incomprensibile motivo non vanno bene a vendere tutti i tipi di farmaci.
In più l’esperienza delle parafarmacie e in particolare dei corner Coop salute, dimostra in maniera incontrovertibile che da un aumento della concorrenza è derivato un generale abbassamento dei prezzi. Nei Coop salute i prezzi sono del 25/30% inferiori rispetto agli stessi identici prodotti acquistati in farmacia. Peccato però che questo risparmio riguardi solo la quota dei farmaci cosiddetti Sop e Otc, cioè quelli di automedicazione vendibili senza ricetta medica (che rappresentano circa il 12-13% del mercato), che sono gli unici vendibili nelle parafarmacie. Aggiungere quelli di fascia C avrebbe voluto dire allargare l’area di riduzione dei prezzi a un ulteriore 17% del mercato. Ed è importante sapere (come mostra la tabella in queste pagine) che gli italiani, per acquistare farmaci di fascia C, hanno speso, nei primi 9 mesi del 2014, 2 miliardi e 210 milioni di euro. Dunque ogni punto percentuale di sconto vale 22 milioni di euro spesi in meno dagli italiani.
E qui la storia della mancata liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C, si incrocia con un altro capitolo dell’impegno Coop. Un impegno che va avanti. Parliamo della produzione di farmaci a marchio Coop, che ora sono diventati 5, con l’introduzione di tre nuove referenze.
Parliamo di prodotti che hanno come farmaci originatori nomi ben noti in quasi tutte le famiglie (dal Vivin C alla Tachipirina, dal Tachifludec al Fluimucil). Ebbene i farmaci a marchio Coop hanno prezzi sino al 50% inferiori ai loro equivalenti di marca. Fate un po’ di conti e capite bene che la stima di 700 milioni di potenziale risparmio per le famiglie, da cui siamo partiti, è già tutta spiegata. Nel 2013 la vendita dell’acido Acetilsalicilico più acido ascorbico e del paracetamolo Coop (nei soli 124 Coop salute rispetto alle oltre 18 mila farmacie) ha consentito un risparmio di 500 mila euro.