Coop è prima, tra le aziende della grande distribuzione organizzata, per quanto riguarda la tutela dei diritti delle donne. Lo rileva il report pubblicato qualche mese fa da Oxfam “Diritti a scaffali”. Ma anche nel World Cooperative Monitor del 2019 Coop è prima tra le cooperative italiane nell’ambito dei diritti e in particolare quelli delle donne.
Del resto l’arrivo della nuova ad Maura Latini ha acceso una luce in più su welfare e questione femminile. «Dei nostri 58mila dipendenti, oltre il 69% sono donne delle quali il 32% occupa ruoli direttivi. Combattiamo il gap di genere con ogni strumento a disposizione e nell’ultimo anno abbiamo deciso di adottare i principi dell’Onu per l’Empowerment femminile promuovendone l’adozione e anche da parte dei nostri fornitori. Noi da decenni crediamo nel valore delle filiere come modello di produzione, vigiliamo insieme ai partner per il controllo della sicurezza, dell’ambiente e dell’eticità del lavoro. Ora vigileremo anche sui dati della disparità di genere e sulla valorizzazione delle filiere femminili. L’emergenza sanitaria ha portato la grande distribuzione a mettere in campo, insieme alle azioni concrete, anche un segno di empatia sociale. Le filiere femminili possono diventare volani per rilanciare il dibattito più ampio sul ruolo delle donne».
Ph: Melissa Iannace
1 Commento. Nuovo commento
Avete pubblicato questi interessanti articoli sul gender gap, ma le percentuali che esprimete qui mi paiono inutili, perché lacunosi.
In particolare, si evince che avete solo un 31% di dipendenti uomini. Ma che percentuale di questi occupa ruoli direttivi?
Non è significativo sapere che il 32% delle donne occupa un ruolo direttivo se non si conosce la percentuale di uomini che lo fa.
Come sono distribuiti i ruoli direttivi?
Perché non siete meglio degli altri se assumete più donne, ma riservate agli uomini la maggior parte dei lavori pagati dignitosamente. E la poca chiarezza dei dati fa pensare proprio a questo.