A dicembre, due anni e mezzo dopo la sua elezione alla presidenza di Ancc, l’Associazione delle cooperative di consumatori, i rappresentanti delle cooperative si ritroveranno per fare il punto su quanto accaduto in questo periodo. A Stefano Bassi abbiamo chiesto di anticiparci i dei temi che saranno al centro del confronto…
La rappresentanza nel mondo della cooperazione di consumo nel 2015 veniva da un periodo caratterizzato da divisioni. Allora trovammo il modo e le energie per ricostruire un patto associativo forte, necessario al momento e che si sarebbe rivelato ancora più necessario, visti gli eventi che hanno toccato in questi anni la cooperazione. Fu l’occasione per individuare obiettivi e percorsi comuni, necessari per far fronte ai cambiamenti del mercato, alla crisi dei consumi e al rilancio del ruolo di Coop.
Cos’è successo in questi due anni?
Siamo stati sotto attacco su diverse questioni. Ha pesato l’impatto negativo delle vicende giudiziarie che hanno travolto alcune grandi cooperative del Paese. Abbiamo assistito anche a tentativi di intaccare la reputazione della cooperazione soprattutto sul tema del prestito sociale, che è uno dei temi per noi prioritari e su cui siamo costantemente al lavoro. Il 2017 sarà un anno decisivo perchè dopo aver accolto positivamente le novità intervenute, all’inizio del 2016, da parte della Banca d’Italia ora siamo impegnati per contribuire alla definizione di nuove norme su questo tema che il parlamento dovrebbe varare a breve, avendo attenzione in particolare a rafforzare la vigilanza e le garanzie verso i soci. Ma sia chiaro che i bilanci delle cooperative sono solidi e capaci di rispondere alle esigenze dei prestatori e chi dice il contrario danneggia prima di tutto proprio queste persone.
Quanto alla crisi aziendale di Unicoop Tirreno, che stiamo gestendo con un grande impegno – e importanti investimenti – di tutto il mondo della cooperazione di consumo e le ristrutturazioni al Sud, necessarie per mantenere l’occupazione, sono altri due temi cruciali. Un altro tema forte è quello del lavoro, del contratto nazionale e degli integrativi.
Un periodo complicato, che però ha visto Coop sempre attiva e propositiva. Come?
Innanzitutto i bilanci 2016, in termini di riduzione dei margini, portano il segno di azioni concrete a tutela del reddito dei consumatori. È una azione essenziale dal punto di vista della missione cooperativa. Abbiamo lavorato su alcune campagne a favore dei consumatori che esprimono i nostri valori e che sottolineano la qualità e la differenza della Coop rispetto ai concorrenti. Campagne rese possibili grazie ad una rete di alleanze che abbiamo stretto al nostro interno e con importanti attori esterni, come istituzioni, imprese e università. Fra queste, la campagna “Buoni e giusti“ e quella “Alleviamo la salute“.
A livello politico e istituzionale, come valuta il lavoro svolto in questa legislatura?
Come associazione di rappresentanza, il lavoro con il Governo e le istituzioni è importante. Abbiamo registrato alcuni risultati positivi, ad esempio con la legge sullo spreco, che offre alle cooperative nuove opportunità per combattere lo spreco alimentare, mentre siamo rimasti delusi dalla legge sulla concorrenza. Il provvedimento vede il mercato ancora troppo poco liberalizzato in settori chiave per il cittadino, come quello dei farmaci.
Quali saranno gli scenari futuri?
Il mercato sta cambiando, aumenta la competizione sui prezzi. La grande distribuzione vede la crescita dei discount con una mutata qualità delle loro prestazioni. Assistiamo inoltre a dinamiche di aggregazione piuttosto complesse, con scenari destinate a cambiare nei prossimi mesi e anni. Per questo sappiamo che il primo posto che abbiamo nelle quote di mercato in Italia, potrà essere conservato solo se la cooperazione di consumo saprà mantenere la sua identità adottando un processo di ristrutturazione e di rinnovamento. Siamo in un momento storico che può essere paragonato agli anni Ottanta: una fase che ha visto una crisi tramutarsi in opportunità, opportunità che le cooperative di consumatori hanno saputo sfruttare grazie ad una profonda innovazione. Quello che ci viene chiesto oggi è avere una visione imprenditoriale e sociale di lungo termine, un pensiero strategico e azioni tempestive e coerenti, per produrre ricchezza attraverso la gestione commerciale. Questo è il nostro scopo mutualistico: offrire a soci e consumatori prodotti e servizi di qualità alle migliori condizioni di mercato.