inizio 2018 la Commissione europea ha pubblicato il documento “Strategia europea per la plastica nell’economia circolare” con l’obiettivo di finalizzare una strategia condivisa tra gli Stati membri sull’uso della plastica, tale da ridurre l’inquinamento che generano i suoi rifiuti, in particolare di quelli che finiscono mei mari, e promuovere al contempo crescita e innovazione in un’ottica di economia circolare. Questa strategia, che propone la Commissione europea verso le plastiche, prevede che entro il 2030, almeno il 50% dei rifiuti in plastica generati in Europa dovrà essere riciclato, che, sempre entro il 2030, tutti gli imballaggi in plastica nel mercato Ue dovranno essere riciclabili o riutilizzabili e che per la produzione delle plastiche saranno sviluppate soluzioni da fonte rinnovabile.
Per raggiungere questi importanti obiettivi, la Commissione europea ha lanciato contestualmente una campagna su base volontaria (la “Pledging Campaign”), rivolta al mondo dell’industria e a tutti gli altri interlocutori interessati: l’obiettivo è aumentare l’utilizzo nel mercato delle plastiche riciclate, attraverso l’implementazione di azioni puntuali, così da raggiungere nel 2025 l’obiettivo di 10 milioni di tonnellate di plastica riciclata che dovranno trovare una seconda vita in nuovi prodotti sul mercato europeo.
Coop, da sempre attenta alle tematiche ambientali e in coerenza ai valori fondanti della propria mission, ha deciso di aderire a questa campagna, ed è stata l’unica catena della Grande distribuzione italiana ad averlo fatto, impegnandosi in una serie di azioni progressive che promuoveranno un maggior uso di plastica riciclata al posto di quella vergine negli imballaggi, per raggiungere, con passaggi in successione, nel 2025, l’utilizzo di 6.400 tonnellate annue di plastica riciclata, corrispondenti al volume di circa 60 Tir (circa una fila di 1 km di Tir in autostrada), con un relativo risparmio annuo stimato di 9.000 tonnellate di CO₂ equivalente.
Per questo motivo Coop è stata invitata come speaker alla «Circular Economy stakeholder conference” a Bruxelles, venendo considerata tra i migliori esempi e quindi come testimone per sensibilizzare altri soggetti su questa tematica.
Gli impegni assunti da Coop sono stati recentemente resi pubblici nel loro dettaglio sul sito della commissione. In concreto gli interventi riguarderanno tutti i flaconi per la detergenza della casa e i tessuti a marchio Coop, tutte le referenze di acqua a marchio Coop, tutte le referenze di acqua non a marchio Coop, le cassette riutilizzabili del sistema CPR System utilizzate per l’ortofrutta e gli imballaggi per l’ortofrutta.
A Coop, proprio in riferimento a queste ultime, è stato conferito l’Oscar dell’imballaggio per la vaschetta con coperchio per ortofrutta, iscritta al contest Besta Packaging 2019, che nello specifico ha vinto il premio Ambiente.
Ricordiamo però che questo forte impegno Coop si inserisce all’interno della campagna “Coop per l’Ambiente – Diamo all’ambiente una nuova impronta”, che punta a rilanciare lo storico impegno Coop sui temi della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare. Oltre all’adesione alla Pledging Campaign europea, sono stati definiti ulteriori obiettivi quali la riduzione della plastica da tutti i prodotti a marchio (in assoluto e attraverso l’uso di riciclato), il non uso di microplastiche aggiunte in cosmetici e detergenti a marchio, la riprogettazione degli imballaggi affinché siano riciclabili, compostabili o riutilizzabili.
8 Commenti. Nuovo commento
La coop non sta facendo abbastanza. Ci va credere tutt’altro. Riciclare la plastica vuole dire produrne sempre di piu. È un scandalo.
Tutti questi commenti sono validissimi e non capisco neanch’io perché la COOP stessa non si impone in maniera più dura ed autorevole. Diciamo la verità, la maggior parte dei clienti – soprattutto quelli più anziani non sono poi così interessati a risolvere problema. Sta a noi giovani e non-più-giovani a fare qualcosa e dare il buon esempio.
Mi sento male ogni volta che entro in qualsiasi supermercato perché, al lato di qualche confezione di ricarica, non vedo grandi cambiamenti negli ultimi anni.
Come tante persone cerco di comprare al gruppo di acquisto solidale vicino a me e da tantissimi anni non compro più l’acqua in bottiglia ma uso una borraccia… e vorrei sapere quanti anni ci vorranno per vedere implementato un sistema per bottiglie in vetro con il reso. In Trentino-Alto-Adige funziona. Perché in Toscana no? Non ci sono più scuse!
L’acqua per il ferro da stiro? Ma scherziamo davvero? Con i ferri che producono adesso non serve più – casomai uso l’acqua filtrata e stiro meno (basta stendere bene i capi bagnati ed imparare a piegarli).
Tanti detersivi possono essere sostituiti con l’aceto… un bel pò di olio di gomito (sostituire la palestra) … e per il bucato esistono delle palline con ioni d’argento che funzionano benissimo, oltre che lasciare ammollo i capi in lavatrice (in pausa) ad una temperatura bassa e dopo aver usato il fidatissimo sapone di Marsiglia per le macchie più resistenti.
Ma la plastica… mi sento davvero circondata! La COOP – come tutti i supermercati – dovrebbe far capire ai produttori che NON VOGLIAMO PRODOTTI IN PLASTICA!
Per i prodotti sfusi – sarebbe tanto grave portare i proprio contenitori per prodotti sfusi, tipo il prosciutto, le olive ecc.? Foglio dopo foglio, vaschetta dopo vaschetta…. anche se la plastica è riciclabile … e SE viene riciclata, perché c’è anche questo dubbio (!) il processo del riciclo richiede enorme energie e costi. Forse c’è paura di germi? Penso che possiamo essere responsabili noi per la pulizia dei nostri contenitori o mi sbaglio?
Infine, non capisco come un supermercato possa dichiarare una lotta contro la plastica se poi continua a mettere in bella evidenza alle casse dei prodotti che fanno ‘gola’ soprattutto ai bambini… per dare un esempio molto banale le ‘ovine Kinder’.
BASTA!
Coop potrebbe introdurre la vendita di detersivi alla spina; inoltre potrebbe sostituire le etichettine sulla frutta con etichettine compostabili; le confezioni di pasta potrebbero essere di cartone, come fa la Barilla; tutti i contenitori del latte fresco potrebbero essere in tetrapak o simili. Spazi di intervento ce n’è.
Per iniziare…Il banco che vende alimenti freschi a peso non dovrebbe più utilizzare le vaschette di plastica ma mettere il cibo, come si faceva una volta, nella carta alimenti. Se prendo ricotta, stracchino, salsa qualunque, serviti nella carta anziché nelle vaschette avrei già 3 contenitori in meno da smaltire!
L’ utilizzo di plastica riciclata per le bottiglie dell’ acqua è una scelta tecnicamente sbagliata e non andrebbe perseguita: quel 30% di riciclato infragilisce la catena polimerica e rende non ulteriormente riciclabile la bottiglia…. che diventa quindi, nella sua seconda vita, un 100% di plastica non più riciclabile…. Perché non viene invece sostenuto l’ utilizzo del vetro reintroducendo eventualmente il deposito cauzionale ?
Perché si vende ancora tanta acqua nelle bottiglie di plastica? Perché non si trova una soluzione a questo problema? Io ho risolto con un impianto filtrato
Ciao Giovanni, hai fatto benissimo! E’ un’ottima soluzione.
Perché sono stati tolti i distributori alla spina di detersivi ecologici?