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Coop e la cultura della riduzione, del riciclo, del riuso

Da tempo Coop è in sintonia con i principi base dell’economia circolare e si muove all’interno delle sue logiche. Rimanendo focalizzati sulle ultime iniziative (tra le tante del ricco rapporto annuale di sostenibilità), ricordiamo la lotta allo spreco che ha dato vita, lo scorso dicembre, al progetto www.coopnospreco.it, un portale e una web community in cui far convergere i consumatori, le associazioni, il mondo della scuola, le piccole e medie imprese e gli enti locali che si scambiano reciprocamente buone pratiche, consigli ma anche veri e propri prodotti soprattutto non alimentari (abiti, giocattoli, elettrodomestici con la logica che prima di buttare si può appunto riutilizzare facendo incontrare domanda e offerta). L’ultimo dato parla di 6mila tonnellate di derrate alimentari donate nel 2016 (+15% rispetto all’anno precedente). Un impegno che dura da anni su questo tema e che è stato rilanciato con il programma “Meno spreco, più solidarietà”, per prevenire e ridurre la formazione delle eccedenze alimentari e donarne la quota che inevitabilmente si genera nel processo distributivo.

La riduzione dei rifiuti deve cominciare però a monte, attraverso la progettazione/revisione del prodotto (mirando a un minor consumo di risorse, sia materiali che energetiche), la definizione della data di scadenza, lo studio dell’imballaggio e non ultima la comunicazione al consumatore. Tutte fasi che portano valore al prodotto Coop, la cui etichetta informativa finale contiene, già dal 2007, precise indicazioni che guidano il consumatore a un corretto smaltimento delle confezioni nel rispetto delle varie filiere del riciclo.

Anche a valle va contenuta più possibile la produzione di indifferenziata se si vogliono centrare i nuovi target europei. Le azioni di Coop seguono da tempo la policy delle 3R (Riduzione, Riuso, Riciclo), ovvero uso di minori quantità di imballaggi; preferenza per i materiali da imballaggio riciclabili o compostabili, cioè provenienti dal “riciclato” al posto di quelli vergini; riutilizzo degli imballaggi reimpiegabili più volte per lo stesso uso (ricariche). Nel 2016 il risparmio basato sulle 3R è stato di 4.200 tonnellate di materiale di confezionamento a cui vanno sommate le 2.000 tonnellate di materiale riciclato a base di cellulosa e di plastica recuperata, al posto di quello vergine come chiede la “circular economy”‘. Queste azioni, tra l’altro, hanno contribuito a tagliare migliaia di tonnellate di CO2 che sarebbero finite in atmosfera.

Obiettivi ambientali condivisi con il progetto “Coop: Insieme verso un futuro sostenibile” rivolto ai fornitori del prodotto Coop. Questa iniziativa partì con un altro nome nel 2006 quando Coop, prima insegna della grande distribuzione italiana, invitò un ristretto numero di fornitori ad adottare azioni virtuose per l’ambiente. Il progetto nel 2016 ha coinvolto un elevato numero di imprese, 328, e 497 stabilimenti all’interno dei quali sono stati effettuati importanti interventi volti a migliorare le prestazioni riducendo gli sprechi.

Fondamentale per l’affermazione di una economia circolare è, prima e non ultima, la diffusione fin dalla tenera età di una diversa cultura del consumo di cui sono testimonianza i progetti di educazione al consumo consapevole che ogni anno vengono proposti nelle scuole.

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