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Coop e i meloni del Senegal. Al via il terzo progetto “Terra equa”

Meloni.jpgAlcuni anni fa la comunità senegalese in Italia chiese a Coop di valorizzare le eccellenze agricole del proprio paese per contribuirne allo sviluppo. Coop chiese allora ai suoi migliori fornitori di lavorare a un progetto di produzione del melone – che è tra le migliori coltivazioni di quel paese – e oggi, dopo alcuni anni di test, il progetto Melone “Terra equa” del Senegal è giunto al via. I meloni si aggiungono così ai fagioli del Burkina Faso e ai datteri di Gerico arricchendo la linea a marchio “Terra equa”. “Coop ha colto questa occasione – spiega Gianluca Schiassi di Coop Italia, di ritorno dal Senegal – anche per avere un’alternativa ai meloni delle multinazionali francesi Idhil e Azura che operano nei territori del Sahara Occidentale occupato dal regno del Marocco”.

Sono 160 gli ettari nella zona di Thiès, a 40 chilometri da Dakar, dove si sta producendo un ottimo frutto che verrà commercializzato nel periodo primaverile nei punti vendita Coop. Va infatti precisato che le caratteristiche climatiche e di terreno del Senegal (territorio vocato dove solo di recente si è passati dal melone piel de sapo, a polpa bianca, alle varietà più diffuse nel mercato italiano) risultano ottimali tra metà febbraio e fine aprile, periodo in cui non è ancora maturo il melone italiano.Coop distribuirà perciò il prodotto senegalese da quando inizia la raccolta in Senegal fino a quando inizierà la commercializzazione di quello Italiano. E di questa filiera ha messo a punto anche l’aspetto etico. Al pari, infatti, dell’azienda Francescon, di Mantova – che ha portato nel paese africano le macchine agricole, i trattori, le serre, i mezzi tecnici e il know how necessari alla produzione – Coop destinerà 5 centesimi di euro al kg (per un totale dunque di 10 cents al kg), di ogni melone venduto alla fondazione Giovanni Paolo Secondo di Firenze, che realizzerà a Tasset, a poca distanza dall’azienda agricola, un presidio medico. Un servizio ad oggi pressoché inesistente ma fondamentale per migliorare le condizioni di vita di oltre 20.000 abitanti che vivono presso la piantagione e che grazie alla filiera del melone hanno trovato lavoro e futuro: sono quasi 300 gli stagionali impiegati ai quali viene garantito un livello di reddito decisamente più alto rispetto allo standard dell’area.
Dalla vendita del melone Coop stima di raccogliere nel 2014 dai 20.000 ai 30.000 euro, una cifra importante da destinare al presidio medico di Tasset.

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