In anticipo di cinque anni e mezzo sulla direttiva Ue sulle plastiche monouso (approvata lo scorso il 21 maggio) e con un contenuto di pet riciclato del 30%, dunque superiore al minimo che dovrà essere raggiunto entro il 2025 e che è del 25% per capienze fino a tre litri. E se, poi, guardiamo al tetto Ue fissato per il 2030 (che è del 30% di riciclata), l’anticipo sale a dieci anni.
La nuova bottiglia di acqua Coop, che troveremo nei negozi a partire da questa estate (contenente l’acqua di tutte e quattro le sorgenti), è uno degli impegni presi da Coop con la Commissione europea al momento dell’adesione alla “Pledging campaign” a protezione dell’ambiente. Una risposta forte e chiara. A sottolinearlo è Chiara Faenza, responsabile sostenibilità e innovazione valori di Coop. «Siamo orgogliosi di poterla già presentare – dice – e non ci fermeremo qui, perché stiamo lavorando sia per alzare ulteriormente il contenuto di Pet riciclato, sia per promuovere altre azioni virtuose coerenti con i contenuti della nuova direttiva. Ridurre l’impiego di plastica vergine nelle bottiglie – fa notare – è un modo per dire stop all’abuso di un materiale che, se non viene correttamente smaltito nelle apposite filiere di raccolta, inquina i nostri mari e l’ambiente».
La direttiva Ue sulle materie plastiche monouso (detta anche direttiva Sup, Single Use Plastics) oltre a fissare il contenuto obbligatorio di materiale riciclato nelle bottiglie nonché gli obiettivi di raccolta differenziata (il 77% di quanto immesso al consumo entro il 2025 e il 90% entro il 2029), vieta, con decorrenza dal 2021, l’utilizzo dei prodotti in plastica più spesso dispersi sulle spiagge europee e per i quali ci sono alternative. Ciò per prevenire e contrastare il fenomeno dei rifiuti marini (littering).
I prodotti in questione sono dieci. Eccoli: bastoncini cotonati per la pulizia delle orecchie; posate (forchette, coltelli, cucchiai, bacchette); piatti (sia in plastica che in carta con film plastico); cannucce; mescolatori per bevande; aste per palloncini (esclusi per uso industriale o professionale); contenitori con o senza coperchio (tazze, vaschette con relative chiusure) in Eps, cioè in polistirene espanso per consumo immediato (fast-food) o asporto (take-away) di alimenti senza ulteriori preparazioni; contenitori per bevande e tazze sempre in Eps; infine tutti gli articoli monouso in plastica oxo-degradabile, che è la bioplastica che una volta degradata genera microframmenti.