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Plastica, riuso o riciclo?

La Commissione Europea il 30 novembre scorso ha pubblicato la proposta di revisione delle normative sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggi (Regolamento UE 2019/1020 e direttiva UE 2019/904). L’obiettivo è contrastare l’aumento dei rifiuti di imballaggi e promuovere l’economia circolare. La proposta, in primis, vuole prevenire la produzione di rifiuti di imballaggio ma al contempo ridurne le quantità, impone restrizioni sugli imballaggi classificati come inutili ed è inoltre molto focalizzata sul promuovere tipologie di imballaggio riutilizzabili. Vuole poi favorire il riciclaggio di qualità, rendendo tutti gli imballaggi presenti sul mercato dell’Ue riciclabili in modo economicamente sostenibile entro il 2030. Infine, in ottica di economia circolare, un ulteriore obiettivo è la riduzione delle risorse naturali primarie utilizzate, anche con il mercato delle materie prime secondarie e un maggior uso della plastica riciclata negli imballaggi. 

Dunque, le imprese dovranno offrire ai consumatori una certa percentuale dei loro prodotti in imballaggi riutilizzabili e, nella proposta, è definita una standardizzazione dei formati dei packaging. È prevista anche l’etichettatura armonizzata degli imballaggi (indicando materiali e filiera di raccolta), che dal 1° gennaio 2023 è già in vigore in Italia, ma con un particolare focus verso gli imballaggi riutilizzabili.  Inoltre, il tema degli imballaggi considerati inutili viene affrontato vietando alcune tipologie di confezioni monouso, come quelle per frutta e verdura o i piccoli flaconi per shampoo negli hotel. 

Per rendere gli imballaggi totalmente riciclabili, la Ue punta alla definizione dei loro criteri di progettazione, alla creazione di sistemi vincolanti di vuoti a rendere e specifica quali tipologie di imballaggi dovranno essere compostabili, in modo che i consumatori possano gettarli nell’organico. Sono state definite percentuali obbligatorie di contenuto riciclato che i produttori dovranno includere nei nuovi imballaggi di plastica. La Commissione intende infine chiarire in che modo le plastiche a base biologica, compostabile e biodegradabile possono avere un impatto ambientale sostenibile. 

La proposta Ue, per sua natura, dopo l’iter legislativo e l’approvazione definitiva con pubblicazione, sarà attuata in ugual modo in tutti gli stati dell’Unione. Ora però sarà esaminata dal Parlamento europeo e dal Consiglio, nell’ambito della procedura legislativa ordinaria di cui si attendono gli esiti. Coop, intanto, continua a perseguire i suoi obiettivi: sul tema della gestione dei materiali in ottica di economia circolare, infatti, è attiva da tempo, come pure sulla  riduzione della plastica, un suo uso più razionale e l’uso di riciclata al posto della vergine. 

Coop, unica catena nella Gdo italiana, nel giugno 2018 ha aderito alla Pledging campaign della Commissione Europea, che impegna il mondo dell’industria e tutti gli altri interlocutori interessati per un utilizzo di plastica riciclata al posto della vergine.  Ha inoltre sottoscritto la Circular Plastics Alliance, dichiarazione che contiene tutti gli impegni proposti dalla Ue per raggiungere l’obiettivo entro il 2025 di utilizzo di almeno 10 milioni di tonnellate di materie plastiche riciclate nel mercato europeo, prevedendo l’elaborazione di piani di lavoro specifici, ricerca, stesura di linee guida sul riciclaggio per tutti i prodotti in plastica e un sistema di monitoraggio volontario dei volumi di plastiche riciclate utilizzate nei prodotti europei. Inoltre, a inizio estate 2021 Coop ha sottoscritto, tra i primi 65 firmatari e unica azienda della grande distribuzione italiana, il Code of Conduct on Responsible Food Business and Marketing Practices la cui finalità, infatti, è incentivare l’adozione di pratiche volontarie di sostenibilità ambientale e sociale per le aziende della filiera alimentare. Ma questo impegno lo si può vedere anche concretamente nei prodotti Coop, sulle cui confezioni viene indicato il contenuto di materiale riciclato, da sfridi di lavorazione o da fonti rinnovabili quando presenti.

Dal 2018 al 2021 Coop già ha utilizzato nei suoi prodotti 10.500 tonnellate di plastica riciclata al posto della vergine.

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