Moreno Bulgarelli, di Carpi, accompagna gruppi di “solo traveller”. È in gergo un “single tour leader” che dunque, meglio di altri – potendo contare su più di trent’anni di esperienza – può raccontare le dinamiche che si scatenano in gruppi così composti (o all’interno dei quali vi sono parecchi viaggiatori da soli) e come le abitudini sono mutate nel tempo. «Negli ultimi tre o quattro anni il gruppo – scherza – si forma subito: su WhatsApp! C’è chi la sera stessa, in camera, monta video e foto e gira poi a tutti la gallery della giornata: nascono così amicizie che si protraggono per anni, magari per il gusto di far sapere agli altri dove si va.
Anche la tipologia dei viaggiatori è molto cambiata. Negli anni ’90, in un pullman da 50 almeno 40 passeggeri erano giovani del Centro-Sud Europa alla loro prima esperienza lontano dalla famiglia. Oggi – prosegue l’esperto – sono adulti che masticano l’inglese e che io cerco di fare amalgamare tra loro fin dall’inizio. Non è difficile. Intorno alla prima turista che se ne esce con una battuta o una barzelletta buona, si forma subito un capannello di persone e la strada della socializzazione si fa in discesa. Mi chiede se, durante i viaggi, nascono delle relazioni sentimentali? Per quelle le situazioni più indicate sono altre, come il villaggio vacanza, il club o i tour organizzati allo scopo. La schiacciante prevalenza di donne a fronte di pochi uomini non favorisce il formarsi di coppie».
Rispetto al passato, sono i cambiamenti climatici a scavare un solco profondo, impattando sui luoghi visitati e sull’organizzazione del viaggio. «Il ghiacciaio Upsala, in Argentina, di cui fino a poco tempo fa potevamo godere uno splendido panorama dalla barca, è indietreggiato di una decina di km e il mare ora è reso insidioso dagli iceberg. Per ammirarlo bisogna salire a 600 metri da dove il ghiacciaio rimane sullo sfondo».