Alla scoperta della Venezia meno conosciuta. La visita alla 56ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, aperta dal 9 maggio, può essere l’occasione per andare alla scoperta di luoghi, musei e monumenti meno frequentati dai tanti turisti che, oramai in tutte le stagioni, affollano la Serenissima. Il viaggio può iniziare da tre isole: San Lazzaro degli Armeni, Burano e Giudecca.
San Lazzaro degli Armeni si trova nella laguna centrale ed è completamente occupata da un suggestivo convento Mechitarista dei Padri Armeni, la cui biblioteca conserva un bell’affresco del Tiepolo, oltre a opere di Palma il Giovane e Ricci. Aperta al pubblico si raggiunge con il vaporetto di linea da San Marco ed è una piacevole oasi di pace e uno dei primi centri del mondo di cultura armena.
La pittoresca Burano, collegata a Fondamenta Nuove dai vaporetti di linea, incanta il turista per le sue case colorate e la pazienza delle merlettaie che, seguendo un’antica tradizione, creano preziose creazioni artigiane. Le si vede all’opera al mattino nelle sale del Museo del Merletto, dove sono esposti oltre cento merletti dal XVI al XX secolo.
La Giudecca si sta trasformando in una delle mete emergenti di Venezia. Composta da ben 8 isolotti collegati tra di loro da ponticelli e separati dal centro di Venezia da un ampio canale, ospita l’economico Ostello della Gioventù (www.hostelvenice.org); il celebre Molino Stucky, trasformato in albergo di lusso; la chiesa del Redentore, progettata dal Palladio e la Casa dei Tre Oci (www.treoci.org), splendida testimonianza dell’architettura veneziana di inizio ‘900, oggi sede di importanti esposizioni fotografiche.
Sull’isola si trovano anche la sede e lo spaccio della famosissima fabbrica di tessuti Mariano Fortuny (www.fortuny.com) , fondata nel 1919 e ancora attiva, oltre a numerose aree industriali dimesse – tra le quali il vecchio birrificio – restaurate per ospitare appartamenti, gallerie e atelier artistici.
Anche il centro storico della città lagunare ha alcune mete turistiche poco affollate. Come il Museo Ebraico (www.museoebraico.it), incastonato tra le due più antiche sinagoghe veneziane del Ghetto Novo, a Cannaregio, in quel quadrilatero che si presenta come un suggestivo museo diffuso dedicato alla presenza ebraica a Venezia.
Nel sestiere di Castello si trova, negli spazi dell’antico Ospedale dei Poveri Greci, il Museo delle Icone (www.istitutoellenico.org) che raccoglie icone, codici miniati, paramenti sacri ricamati in oro e altri oggetti preziosi di epoca bizantina e postbizantina, legati alla presenza della comunità greca ortodossa.
Sempre nel sestiere Castello si visita l’interessante Museo Storico Navale, ospitato in un edificio del XV secolo che fu già Granaio della Serenissima, in campo San Biagio, vicino a una delle sedi della Biennale d’Arte. Occupa ben 42 sale ed è il più importante nel suo genere in Italia.
A Dorsoduro, nei caratteristici Magazzini del Sale, si trova il Museo dedicato alle opere del pittore e incisore Emilio Vedova (www.fondazionevedova.org), realizzato su progetto di Renzo Piano. Le ultime due tappe del nostro viaggio nella Venezia meno conosciuta ci portano a San Polo dove si visita la Scuola Grande di San Rocco (www.scuolagrandesanrocco.it), fondata nel 1478 e decorata dal Tintoretto, e alla Scala Contarini del Bovolo (www.scalabovolo.org ), nascosta all’interno di una piccola corte alla fine di una stretta calle laterale al Campo Manin. Si tratta di uno dei più singolari esempi dell’architettura veneziana di transizione e dal belvedere a cupola offre un inconsueto panorama su Venezia.
maggio 2015