Canoe, kayak, gommoni rappresentano una specie di “crossover acquatici” per tanti italiani in vacanza. Cioè dei natanti sportivi e versatili, a metà strada tra voglia di evasione, spirito di avventura, fitness, attrezzatura da camping, semplice gioco estivo.
Se ne vedono e “vendono” di varie fogge e tipologie, adatte per il mare, il lago, il fiume, il torrente, da gara. Ma non c’è più bisogno di essere esperti o appassionati di sport estremi per apprezzarli e avvicinarsi a un acquisto. Ora i modelli più popolari si sono affacciati anche nella grande distribuzione non specializzata, e accanto ai tradizionali materiali rigidi – legno, vetroresina, polietilene, alluminio – si trovano in commercio prodotti gonfiabili a buon mercato.
Senza arrivare alle canoe pneumatiche, che una volta gonfiate alla pressione giusta garantiscono prestazioni non lontane dalle rigide, ci si può ugualmente divertire, così, con prototipi da turismo.
Diciamo subito che le canoe gonfiabili sono più manovrabili ma meno veloci delle rigide, e che dalla loro offrono il fatto di essere più agevoli da trasportare, da custodire o se si tratta di imbarcazioni di un certo impegno, eventualmente da rimessare. Senza la necessità di montare sull’auto carrelli o portapacchi, si richiudono in una sacca e si archiviano in minor spazio. Inoltre qualora equipaggiate di camere d’aria separate, non affondano se incorrono in forature e si possono facilmente accessoriare.
Ma qual è, prima di tutto, la differenza con i kayak?
Conosciute da tutti, per la loro origine, come “canadesi”, le canoe sono mosse da una pagaia singola, con il pilota seduto su un supporto o inginocchiato. Non sono molto stabili, soffrono il vento e le onde per cui calarle in mare per quanto infrequente è sempre a rischio ribaltamento. Sarebbero più indicate per fiumi e specchi d’acqua dolce. Quanto al carico trasportabile, dipende dalla loro lunghezza. Normalmente una canoa biposto dovrebbe aggirarsi sui 5 metri e se è costruita per un impiego turistico, essere dotata di un fondo piatto e non a V usato invece per le competizioni sportive.
I kayak, il cui nome riconduce alla popolazione eschimese dagli Inuit, sono più piccoli delle canoe, fra i 3 e 4 metri, più stabili e in genere monoposto. Il pilota rema impugnando una pagaia doppia, non singola, e confida sia in una copertura flessibile chiamata “ponte” per impedire al kayak stesso di riempirsi d’acqua, sia nelle sue capacità per rimettersi in linea di galleggiamento nel caso che può essere pericoloso di un ribaltamento. I modelli “estremi” da torrente si distinguono per essere ancora più corti, il che ne favorisce l’agilità fra le rapide. Le linee sono arrotondate, prua e poppa sollevate e un puntapiedi ha funzioni di sicurezza. L’imbarcazione da diporto invece arriva attorno ai 4 metri e come già visto per le canoe, vale anche qui la regola che più cresce la sua lunghezza maggiore sarà la velocità, ma minore la maneggevolezza.
Canotti e gommoni, infine, sono i “gonfiabili” per eccellenza. A differenza di canoe e kayak non avendo uno scafo, che è la struttura alla quale è affidato il galleggiamento, si manovrano con una pagaia doppia remando sulla superficie dell’acqua, non smuovendola. Anche negli ipermercati se ne trovano di evoluti con tanto di sedili regolabili e schienale.
Accessori importanti, per non dire imprescindibili per tutte queste imbarcazioni, specie se usate da dilettanti della prima ora, sono un giubbotto salvagente, resistente e di qualità, un abbigliamento adeguato alla temperatura dell’acqua, e, non per ultimo, toppe di riparazione e kit per le forature…
Le mani sul portafogli
Canotti
da 30 a 100 euro circa
Gommoni
da 100 a 600 euro circa
Canoe e kayak gonfiabili
da 100 a 500 euro circa,monoposto o biposto, compresi pompa e remi
I prezzi sono indicativi e soggetti alle variazioni del mercato