Cultura e tempo libero

Mantova Europea: i gioielli della capitale della cultura 2016

Mantova.jpgÈ l’anno di Mantova. La città dei Gonzaga e di Virgilio è infatti stata dichiarata Capitale Italiana della Cultura 2016. Un importante riconoscimento che non è legato a particolari iniziative previste durante l’anno ma vuole richiamare l’attenzione degli italiani sul patrimonio culturale esistente. E “regala” alla città un milione di euro da spendere – fuori dal patto di stabilità – per la sua valorizzazione.

Sei i gioielli che Mantova mette in campo per affascinare il visitatore.

Iniziando dal celebre Palazzo Ducale, un’autentica “città nella città”, un labirinto fatto da 500 stanze, 15 cortili e un castello. La grande reggia dei Gonzaga, purtroppo in gran parte spogliata delle opere d’arte originarie da saccheggi e vendite effettuate dagli stessi principi, custodisce al suo interno la celeberrima Camera degli Sposi. Un capolavoro firmato da Andrea Mantegna che, in ben nove anni di lavoro, trasformò una stanza buia in un luminoso padiglione popolato da personaggi che rappresentano momenti della vita di corte. Nel soffitto il celebre foro centrale, dipinto con la tecnica del trompe l’oeil, dal quale irrompono il cielo e le nuvole e su uno stipite l’autoritratto-firma dello stesso artista.

La reggia dei Gonzaga è collegata a Palazzo Te dal Percorso del Principe, che attraversa l’elegante centro storico, passando dalla Casa del Mantegna, originale dimora mantovana del pittore oggi sede di esposizioni di arte contemporanea. Il famoso edificio progettato del grande architetto Giulio Romano, fortunosamente approdato a Mantova in fuga da un mandato di cattura pontificio a causa di una serie di incisioni a luci rosse, fu costruito tra il 1525 e il 1535 su un’isola in mezzo a un lago, prosciugato in seguito dagli austriaci. Palazzo Te ha la struttura di una domus romana ed era riservato agli ozi e ai festosi e spesso orgiastici ricevimenti dei Gonzaga. Tra i tanti capolavori: la Camera di Amore e Psiche, illustrata da episodi della storia del dio Amore e della sua amata principessa terrena, ispirati alla narrazione di Apuleio, e la Camera dei Giganti, dove lo spettatore viene coinvolto nella tragica rovina dei Giganti, puniti per aver voluto scalare l’Olimpo e attentare al trono di Giove. E quando il principe era stanco delle feste si rifugiava nel grazioso Appartamento del Giardino Segreto, ricavato in un angolo nascosto del vasto complesso.

Ritornando nel centro storico si visita la Rotonda di San Lorenzo, la chiesa più antica della città, probabilmente costruita per volere di Matilde di Canossa e per secoli utilizzata come magazzino.Poco lontano si incontra il settecentesco Teatro Bibiena o Scientifico, una bomboniera, aperta al pubblico in assenza di rappresentazioni, che all’interno non sembra neppure un teatro, essendo praticamente privo di palco. Il padre di Mozart, che qui, nel 1770, accompagnò il figlio impegnato nella sua prima tournée italiana, disse infatti “non ho mai veduto in vita mia niente di più bello in questo genere, non siamo in un teatro ma in una sala adornata da palchetti”. L’ultimo imperdibile gioiello mantovano è la Basilica di Sant’Andrea, progettata da Leon Battista Alberti, che custodisce in una cripta la reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo, portato a Mantova dal centurione romano Longino. In una delle cappelle si ammira il monumento funebre di Andrea Mantegna.

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