Colonne sonore come quella che ha composto per il nuovo film di Rocco Papaleo, “Una piccola impresa meridionale”. Per le musiche di “Basilicata Coast To Coast” invece ha vinto nel 2011 il David di Donatello e il premio come migliore artista jazz dell’anno della rivista Musica Jazz.
Rita, che musicisti hai ascoltato in questi ultimi mesi di lavoro?
Mi piace scoprire nuovi artisti, talenti che, in alcuni casi non hanno ancora realizzato un disco. È il caso del giovanissimo Jacob Collier. Ha solo 18 anni, è polistrumentista ed è un sofisticato interprete del repertorio classico del soul americano. Le sue versioni delle canzoni di Stevie Wonder sono davvero incantevoli. C’è anche un gruppo di ragazzi newyorchesi sconosciuti in Italia e che consiglio ai lettori, gli Snarky Puppy, che ricordano le formazioni di jazz soul degli anni 70, una promessa come dimostra il loro album Family Dinner Volume 1.
Infine, ho riascoltato un capolavoro, la colonna sonora di Amarcord di Nino Rota che eseguirò prossimamente a Londra con una orchestra jazz.
E i libri?
Leggo ogni genere di libro, dai romanzi alla saggistica, sono i miei compagni dei tour. Ho letto Gente sul ponte, una raccolta di poesie della poetessa polacca Wislava Szymborska e ho portato con me Stranalandia di Stefano Benni, autore con il quale ho spesso collaborato. Poi ci sono i saggi, quelli di argomento musicale ma non soltanto. Un libro la cui profondità ogni volta mi stupisce è Quaderni di un mammifero di Erik Satie.
Chiudiamo con i film…
Essendo per lunghi periodi in tour, vado al cinema raramente. Ma ho una piccola fortuna. Sono stata invitata a far parte della giuria del David di Donatello e quindi posso apprezzare la produzione cinematografica italiana. Come il bellissimo La migliore offerta di Giuseppe Tornatore. Ho ovviamente visto Una piccola impresa meridionale. Ci sono poi dei film che rivedo regolarmente, perché sono talmente affascinanti da stupirmi sempre. Opere che dovrebbero essere programmate regolarmente dalla tv pubblica. Penso ai film di Frank Capra e a quelli di De Sica, come Il Giudizio universale e Miracolo a Milano.