L’intervista

Luca Sapio

Luca_Sapio.jpgLuca Sapio è un cantante soul, voce “nera”, radici nel funk e nel blues, una band ricca di fiati e un disco, Who Knows, che è diventato un piccolo caso in Europa, dove i suoi concerti sono affollatissimi e l’album è entrato in classifica. Ai nostri lettori ha raccontato i suoi “consumi” culturali.

Luca, quali dischi hai ascoltato durante la registrazione di Who Knows?
Per me la musica è quella dei vinili, non acquisto cd, ma solo dischi,  e amo la black music, quella delle radici, il suono del Delta, il blues. Consiglio ai lettori No Time At All (1972 Trix Records) di  Tarheel Slim, un musicista che è molto più noto per i lavori con Little Ann, ma che ha realizzato, nei primi anni settanta, questo disco di blues acustico davvero molto evocativo. Considero un capolavoro Black Ruby (1971 Zodiac Records) di Ruby Andrews.  Un disco di vero e proprio black rock. Forse il primo disco di black rock della storia. Rarissimo, ma è un investimento che sono felice di aver fatto. Poi Down Home 1975 (Malaco Records), di Jackson Sothernaries è un album di black gospel con dei groove molto nervosi e testi incredibili. Non sono certo dischi “attuali”, ma il loro suono racconta quella grande miscela di suoni che ha fatto nascere il rock, cultura nera e cultura bianca insieme.

E gli ultimi 3 libri che hai letto?
Moaning at Midnight  che è la biografia di Howling Wolf. Credo non ci sia altro da aggiungere, la vita del bluesman è anche la storia della più appassionante avventura musicale contemporanea. Poi Chronic City di Jonathan Lethem.  Sono un fan di Jonathan Lethem leggo qualsiasi cosa scriva. The Lion and the Archer di Robert Hayden, un grande poeta afroamericano della Harlem Renaissance.

Chiudiamo con i film…
Rejoice and Shout  è un documentario sul black gospel diretto da Don McGlyinn, una storia iniziata 200 anni fa. È molto intenso Searching For Sugarman di Malik Bendjelloul, che descrive l’avventura  di Jesus Sixto Rodriguez, un cantautore americano che, senza che lui lo sapesse, divenne famosissimo alla fine degli anni 60 in Sudafrica, dove ancora adesso torna per tenere trionfali concerti
Mi è piaciuto anche, l’ho visto da poco,  Lord Of War di Andrew Niccol con Nicolas Cage, un film del 2005.

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