Nella stagione felice del nuovo jazz italiano, il talento del giovane trombettista Fabrizio Bosso è sicuramente una delle espressioni più creative, capace di rileggere i classici afro americani, mettendo sempre in relazione le radici con il linguaggio contemporaneo.
Come nel recente disco, Purple, dedicato alla tradizione spirituale del jazz, reinterpretata con un suono fluido e modernissimo. A Bosso abbiamo chiesto di raccontarci i suoi più recenti consumi culturali.
Iniziamo dalla musica. Quali sono gli album che più hai ascoltato di recente?
La musica latina è una delle mie principali fonti di ispirazione. Il disco che più mi ha colpito è Sangre de mi Alma uscito nel 2000, della cantante brasiliana Nana Caymmi. È una raccolta di canzoni in spagnolo, che uniscono la tradizione dei due paesi, tra ballate e bossanova. Un capolavoro. Un album che riascolto spesso, e che per me è un classico, è With Strings di Clifford Brown, dove il musicista reinterpreta celebri standard con una orchestra di archi. Poi c’è Here’s to Life della pianista e cantante americana Shilley Horn, voce strepitosa, virtuosismi e passione insieme, con una bellissima versione di Estate di Bruno Martino.
E i libri?
Mi ha rapito la scrittura, poetica e drammatica, di Mille Splendidi Soli di Khaled Hosseini, una storia così intensa da commuovermi. Hosseini è uno scrittore che riesce a trasmettermi emozioni che arrivano al mio cuore. Ho letto anche, e mi ha regalato una visione della nostra vita davvero profonda, Fai Bei Sogni di Massimo Gramellini, un autore che amo e che seguo regolarmente anche in televisione. Uno scrittore con il quale vorrei collaborare. Infine, Con te senza e senza di te, di Osho. Non sono un suo seguace, ma molti suoi insegnamenti sono ricchi di suggerimenti utili.
Chiudiamo con i film…
Blue Jasmine di Woody Allen, sicuramente. Poi Quasi amici, perché riesce a raccontare con delicatezza un tema così importante come quello del rapporto che si crea a volte casualmente tra due persone, sino a diventare parte della vita stessa. E La grande bellezza di Paolo Sorrentino, specie per l’interpretazione meravigliosa di Toni Servillo, che conosco e che apprezzo sia dal punto di vista umano che artistico.