Cultura e tempo libero

La regina degli sterrati? La fat bike!

Fat_bike.jpgIl grande successo della bicicletta ha spinto i produttori a tentarle tutte, anche a costo di occupare piccole nicchie di mercato. È il caso della “fat bike”, la bici con le ruote “grasse“, il fenomento dell’anno secondo Eurobike 2014. Si tratta di mountain bike “maggiorate” con coperture esagerate (la sezione deve essere di almeno 3,7 pollici) e i cerchi più larghi. Le prime “fat bike” risalgono al 1989, erano utilizzate sulla neve o sulla sabbia del deserto dove è richiesta una maggiore superficie di contatto. La bassa pressione dei pneumatici (da uno 0,5 a 1,0 bar) permette di far presa anche sul fango o su superfici molto sconnesse e instabili come i greti dei fiumi, rendendo il mezzo adatto per il cross più estremo. Al 2005 data il primo progetto industrializzato, con telaio in acciaio, attribuito a un’azienda di biciclette del Minnesota. Oggi l’evoluzione ha portato alle fat bike ammortizzate, sia nella parte anteriore che posteriore, e a quelle a pedalata assistita che hanno il merito di alleggerire la fase di spinta dove si richiede un notevole sforzo muscolare.

Sempre in tema di off-road va segnalata la mountain bike (mtb) elettrica, un’altra interessante sperimentazione degli ultimi anni. Il suo principale pregio è quello di consentire a più persone (non necessariamente allenate) di accedere a sentieri di montagna senza inquinare. Il motore elettrico aiuta ma non sostituisce la pedalata, e bisogna comunque faticare. Le vette appaiono tuttavia così meno irraggiungibili… Quattro i componenti elettrici principali di cui si compone: motore (posto centralmente), sensore di pedalata, batteria e computer di bordo. ll sensore di pedalata, come per l’elettrica di città, è fondamentale. Il più semplice rileva solo se i pedali stanno girando, mentre il sensore di sforzo (o di coppia) registra anche l’intensità della pedalata e agisce di conseguenza sul motore.

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