La vita è un viaggio da fare a piedi, diceva Bruce Chatwin, forse il più celebre tra gli scrittori e i viaggiatori del Novecento. Complice la voglia di muoversi all’aperto esplosa dopo i lockdown, lo abbiamo preso in parola: l’anno scorso, secondo il dossier di Terre di Mezzo Editore “Italia, Paese di Cammini”, almeno 80 mila persone hanno percorso i principali cammini italiani, spesso antichi itinerari dei pellegrini, con numeri in forte crescita rispetto al 2019. Un entusiasmo zaino in spalla confermato dai dati raccolti dalla cattedrale di Santiago di Compostela, in Spagna, meta del cammino più famoso e desiderato d’Europa: nel 2021 l’hanno raggiunta 7.817 italiani, terzi dopo spagnoli e portoghesi.
Il cammino è oggi al centro di una grande riscoperta nel segno della salute, del turismo lento e di prossimità, della vicinanza al territorio e dell’amore per l’ambiente. Un modo per ritrovare sé stessi passo dopo passo, recuperare benessere fisico ed emotivo. Per alcuni anche un’esperienza spirituale o perfino un atto politico, di rottura, per riappropriarsi di ritmi di vita e relazioni più autentiche. Senza barriere: circa il 70% dei moderni viandanti ha dai 30 ai 60 anni (ma quasi il 23% ha tra i 60 e i 70 anni e non mancano gli ottantenni), la metà sono donne.
Si fanno una o più tappe o il percorso completo, da soli, in coppia, in gruppo, con la mappa o il Gps in tasca o con una guida in carne e ossa. E con i camminatori crescono anche i cammini, che toccano piccoli borghi di un’Italia minore solo di nome, offrendo ospitalità semplice ed economica: quelli ufficiali “censiti” da Terre di Mezzo sono ben 79 solo in Italia, 14 dei quali hanno iniziato la distribuzione delle cosiddette credenziali, gli attestati di percorrenza, proprio nei due anni più difficili della pandemia. Il più seguito è la via Francigena, antico percorso culturale e naturale che offre scorci meravigliosi lungo tutto lo Stivale.
Per godere del piacere e dei benefici di una passeggiata all’aria aperta non occorre essere super allenati e disposti ad affrontare itinerari lunghi e impegnativi. Una manciata di ore o una giornata libera possono bastare per iniziare il proprio viaggio a piedi, magari in un piccolo gruppo di soci Coop.
Infatti, dopo il successo delle prime uscite realizzate a giugno e luglio – sei escursioni in giornata, con oltre 100 partecipanti, su tratti della Via Francigena di Piemonte, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana e Lazio – Coop torna a proporre alcune delle tappe più suggestive di questo grande tracciato con la collaborazione con Aevf, l’Associazione Europea Vie Francigene. Le uscite, alla portata di tutti e accompagnate da una guida, si snodano in diverse regioni italiane. Nella pagina precedente ci sono gli itinerari già fissati, altri sono in via di programmazione: i soci Coop hanno la prelazione. Partecipare è gratuito, basta prenotare per tempo sul sito e-coop, scegliendo luoghi e date che sono sempre aggiornate nella sezione Coop Outdoor dell’area Partecipiamo.
Ovunque si scelga di avventurarsi a piedi, la parola chiave è “consapevolezza” secondo Marco Lavezzo, presidente della Commissione centrale escursionismo del Cai (Club Alpino Italiano): «Oltre a saper camminare, occorre conoscere e rispettare l’ambiente. Non solo quello naturale, ma anche quello umano: le altre persone che incontriamo sul percorso e noi stessi. Bisogna essere consapevoli di dove siamo e cosa stiamo facendo, altrimenti tanto vale esercitarsi in palestra. In una escursione, quello che fa la differenza è la conoscenza dei luoghi, che permette di muoversi in sicurezza e apprezzare appieno l’esperienza», sottolinea.
A offrire non solo itinerari ma, appunto, conoscenza sono le guide di Aigae, l’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche: 3.300 esperti che propongono un ventaglio di esperienze nella natura, soprattutto a piedi, in tutta Italia. Grazie a una speciale convenzione, i soci Coop godono di quote speciali su itinerari selezionati, da scegliere sul sito www.italiaguide.org/coop. Anche questi esperti del cammino, negli ultimi due anni, hanno registrato un boom di richieste: «I cammini italiani sono ben segnalati e con le app o i Gps si fanno tranquillamente in autonomia. Ma quello che offre una buona guida è la narrazione, la profonda conoscenza del territorio, che amplifica l’esperienza e la fa vivere pienamente, aiutando a cogliere ogni aspetto del percorso», spiega il presidente di Aigae, Davide Galli.
Ad andare per la maggiore, racconta, sono i cammini di più giorni: «Mettere un piede dietro l’altro per raggiungere una meta, osservare con lentezza il paesaggio che cambia, incontrare le persone di un’Italia rurale che sembra rimasta sospesa nel tempo, è l’opposto della nostra vita di tutti i giorni, in cui passiamo di corsa senza nessun traguardo, perdendo i dettagli e i sapori delle cose». A partire da quelli dei cibi locali, o dal gusto di un caffè o di un piatto di pasta fatta in casa e offerti con semplicità, lungo la strada, da chi ci accoglie durante il cammino.